Scaleno ci racconta il suo primo singolo “Crescere”

É uscito giovedì 7 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali il singolo di debutto del progetto Scaleno, un brano sfacciatamente autobiografico dal titolo “Crescere” che segue alcune pubblicazioni informali e un percorso live già avviato, con la complicità dei musicisti Luca Cotroneo alla chitarra e Davide Vaglia alla batteria.

Crescere” parla di quando Scaleno aveva vent’anni: è una canzone che cerca di capire cosa ci serve per uscire dagli schemi di pensiero più tossici della nostra società, che ci legano alla tristezza e alla frustrazione. Per citarlo direttamente, in quel periodo Scaleno era un piccolo maiale, con idee bizzarre, confuse e distorte sulla donna — e, in generale, sulla vita.

Crescere” una canzone che si alterna tra una strofa intima, dalle sonorità oniriche, e un ritornello liberatorio e potente.

Il suo obiettivo per il futuro è suonare, suonare, suonare. E per ora si limite a crescere.

Fare musica da soli nel 2024, è difficile? E che cosa ti ha fermato sino ad ora dal pubblicare musica tua? E come mai hai iniziato proprio da qui?
Sì e no. In apparenza non è mai stato così facile: chiunque può registrarsi le sue cose in casa propria, caricarle su internet, fatto. Poi però nel mondo reale si scopre che ci sono sempre meno posti che fanno suonare dal vivo, le persone con cui farlo sono sempre più demotivate, e quel demo a cui lavorato per tre mesi nel buio della tua stanza forse non suona proprio come ti aspettavi. Oltre a questo per lungo tempo, molto semplicemente, non pensavo di avere granché da dire. 

Il Covid ha avuto qualche influenza o ruolo nello sviluppo del tuo progetto solista? Ti ricordi ancora come hai passato la primissima quarantena? 
In parte sì, perché ha messo in moto tutto. Di solito le persone durante il Covid hanno messo a dura prova le loro amicizie, mentre io ne ho paradossalmente trovata una fantastica. È andata così: durante il lockdown ero uscito nel mio quartiere deserto a fare un giretto semi-abusivo. In giro oltre a me c’era solo questo ragazzo che conoscevo di vista perché suonava e registrava cose in casa sua. Lo vedo all’angolo della via delle scuole, davanti al pacchetto: sembrava il personaggio di un videogioco, uno di quelli con cui interagire per farti vendere degli strumenti. Cominciamo a chiacchierare, e in pratica qualche settimana dopo siamo da lui a registrare cose insieme. Quelle cose poi diventeranno alcune tra le canzoni che sto pubblicando.
Per fortuna inoltre durante la prima quarantena ero appena andato a convivere con la mia ragazza, perché altrimenti se avessi dovuto restare a casa dei miei sarei diventato completamente pazzo. È stata dura, ma almeno ero in casa con la mia persona preferita del mondo.

Cosa racconta di te il tuo primo singolo “Crescere”?
Racconta il percorso che ho fatto per uscire dai preconcetti e le stronzate tramite i quali vedevo il mondo alla fine della mia adolescenza. L’adolescenza è un periodo in cui si è onnivori, e ogni stimolo può diventare un mattoncino con cui costruire la propria personalità, una costruzione di cui spesso si ha disperatamente bisogno. Il guaio è che molti di questi stimoli sono fortemente radicati nella cultura patriarcale, produttivista e individualista che il capitalismo contemporaneo continua a propinarci. Liberarsene è stato un sollievo e ne ho parlato in CRESCERE.

Esiste una scena musicale in Brianza? Chi ne fa parte?
Esiste, faticosamente: ne fanno parte tutti i ragazzi che suonano con entusiasmo nonostante la sempre minore disponibilità di spazi per la musica e le realtà che ancora credono nella musica dal vivo, come l’Agorà di Cusano, il Cicada di Cabiate o il Tambourine di Seregno, ormai un’istituzione. Non mi pronuncio sulla scena hip hop invece, di cui non so nulla, ma spero che chi vuole esprimersi in questo genere riesca a ritagliarsi uno spazio indipendente e accogliente.

Programmi per il futuro?
Suonare, suonare, suonare cercando di confrontarmi con sempre più persone e divertirci insieme riflettendo sulle cose di cui parlo nelle canzoni. Nelle prossime settimane uscirà una nuova canzone che parla di sindrome dell’impostore, ad esempio, una piccola grande piaga dei nostri tempi. E ovviamente lavorare, ma anche dedicarmi ad amici e famiglia, cercando sempre di non andare troppo in sbatti con gli impegni. È importante trovare tempo per oziare e rilassarsi — ci ho messo un po’ a capirlo!