I Monolith Grows! ci raccontano il loro nuovo singolo “Souls”

É uscito venerdì 15 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali “Souls“, il nuovo singolo del progetto Monolith Grows!. Il primo capitolo svelato da “Fear Makes You Pale”. É il brano che ha gettato le basi della collaborazione con Carmelo Pipitone, che ne è il produttore artistico, ma anche quello in cui esce l’impronta “pop” della formazione. “Souls” è un percorso emotivo, sfaccettato da vari stati d’animo. É un viaggio di ricerca e redenzione, ed infine una richiesta d’aiuto, con chitarre acustiche ad addolcire la solida struttura delle elettriche, che caratterizzano il brano. La vera protagonista è la voce, un testo intimo e d’impatto per semplicità, ricorrenza e melodia.

Stanno per pubblicare un nuovo disco, e non potevamo che intercettarli prima per fare quattro chiacchiere con loro.

Nascete nel 2014. Come è successo che 4 amici iniziassero a suonare, e finissero a condividere il palco con nomi del calibro di Nick Olivieri?

Ci Conosciamo da quando eravamo adolescenti (chi più chi meno). All’epoca tutti quanti suonavamo in altri progetti, perché fortunatamente la musica è sempre stata una realtà molto forte nel piccolo paese da cui veniamo (Pavullo Nel Frignano ndr). Abbiamo iniziato a suonare insieme io e Andrea e nel giro di qualche mese abbiamo trovato in Riccardo ed Enrico due perfetti compagni. A volte la soluzione migliore è la più facile: eravamo già amici, perchè non diventare colleghi?

Al di là della musica, avete dei ruoli definiti per quanto riguarda l’organizzazione, la promozione e tutto ciò che serve per tenere in piedi un progetto musicale? Magari qualcuno si occupa dei social, qualcun’altra delle interviste…

Ni, ognuno fa quello che può, quando può anche se negli anni alcuni ruoli sono andati via via sempre più definendosi, ma non c’è nessun confine da rispettare. Per quanto riguarda i social, per esempio, se n’è sempre occupato Andrea. Per questa uscita abbiamo dovuto raddoppiare la comunicazione e gli sto dando una mano. Mi sono reso conto in fretta della mole di lavoro e costanza necessarie per svolgere questo lavoro che, dall’esterno, sembra invece così semplice. Abbiamo anche la fortuna di avere alcuni collaboratori come i ragazzi di All Right Riserva Recordz, che ci aiutano per quanto riguarda la burocrazia e le uscite. Ci sono veramente moltissime cose a cui pensare e una band emergente che magari non può permettersi di pagare consulenze o addirittura di assumere qualcuno che lavori per loro, deve avere 10 occhi e 10 orecchie. E’ facilissimo dimenticarsi qualcosa o affidarsi alle persone sbagliate, che purtroppo in quest’industria non mancano mai.

Qualche anno fa, pubblicare un album era un punto di arrivo importantissimo. Com’è ora? Che sensazioni avete per questo nuovo disco?

Sì, senz’altro alla fine di un lavoro discografico si può provare questa sensazione, ma personalmente mi sento di dire che dura poco. Forse tornerà fuori tra un po’ guardandolo da lontano. Ci siamo ancora dentro: Abbiamo esultato quando abbiamo finito di scrivere, quando abbiamo finito le preproduzioni, quando abbiamo finito le registrazioni, quando abbiamo ottenuto i master. Esulteremo ancora alla fine del concerto di presentazione e ancora, speriamo, alla fine del tour promozionale. Ogni lavoro che abbiamo pubblicato, visto da qui mi sembra sia stato un grande punto di partenza piuttosto che di arrivo. “Fear Makes You Pale” vedrà la luce il 26 aprile e speriamo di riuscire a portarlo in giro il più possibile. In soldoni: Arrivo un cavolo, abbiamo appena cominciato!

Avete mai pensato di provare a scrivere in italiano? Come suonereste?

No, anche se ne abbiamo parlato diverse volte. Siamo molto legati al suono della lingua inglese e per il tipo di musica che proponiamo non ci è mai sembrato invalidante il fatto di proporla in inglese. L’italiano è una lingua bellissima per scrivere ma l’inglese ci piace di più. In realtà in questo disco c’è anche una piccola incursione in lingua italica, si trova proprio all’inizio della title track, che uscirà invece il 12 aprile.

E con Carmelo Pipitone, come vi siete trovati?

Ho conosciuto Carmelo per caso, in un negozio di chitarre. Sono andato a parlargli e con me si è subito comportato amichevolmente. Gli ho parlato della mia band e del fatto che anni prima avevo provato a contattarlo, senza successo, perchè avevo sentito il disco degli O.R.K. ed ero rimasto folgorato. Cercavo più che altro consigli, non avevo pensato ad una produzione. Se ci penso bene credo che all’epoca io non sapessi nemmeno cosa fosse un produttore. Fatto sta che non mi rispose mai e io pensai che mi avesse semplicemente snobbato. Dopo quello’incontro in negozio invece, ci siamo dati appuntamento e io gli ho fatto sentire il materiale che avevamo. Ne è rimasto entusiasta e da lì è iniziata la collaborazione vera e propria. Lavorare con lui è stato molto istruttivo e gradevole, tant’è che sarà sul palco con noi per alcune date del tour. Cominciamo il 30 aprile alla Tenda di Modena, vietato mancare!