Recensione: Figli del mondo, il primo album dei casertani Fratelli Cortese che li lancia ancora di più nel mondo indipendente

Si chiama “Figli del mondo” il primo album di Lucia e Gianluca ovvero i Fratelli Cortese, casertani talentuosi che hanno raccolto 9 brani per questo a lavoro che oltre agli inediti, contiene anche singoli precedentemente pubblicati.

Un lavoro pop melodico, all’italiana ma anche con ispirazioni inglesi e d’oltreoceano. Un lavoro pulito sia nel suono, che nel cantato, che nella fase di post produzione con un risultato abbastanza tradizionalista nel senso molto positivo de termine.

Le tematiche dell’album spaziano dall’amore in senso assoluto alle condizioni giovanili, il futuro incerto, il cambiamento climatico e certe situazioni sociali italiane molto difficili come quella della “Terra dei fuochi”

Nel disco, Lucia e Gianluca, hanno un ruolo assolutamente primario in quanto hanno curato anche la fase di arrangiamento e quella di registrazione delle parti di tastiere, chitarre e basso. E proprio le chitarre (soprattutto acustiche) e il basso hanno un ruolo di spicco nelle basi: suoni lucidi, precisi, ottimamente mixati, mai fuori posto.

La batteria è stata suonata da Maria Rosaria Valletta; la produzione è stata effettuata presso SoundLab Caserta.

Una grande affinità artistica tra i due fratelli casertani: due voci calde che raggiungono l’apice quando cantano insieme. Buona anche la suddivisione della parti, sezione spesso sottovalutata ma che può risultare fondamentale per la riuscita di un duetto.

In “Figli del mondo” si spazia dal pop italiano a quello internazionale, dal pop rock all’elettronica e l’adattamento vocale ed interpretativo dei due ci risultato già buono ma con ampi margini di miglioramento. Forse sono più a loro agio in ambito tradizionale, ma non è detto che non riescano a mostrare nel tempo una trasversalità ancora maggiore.

Come detto, tra i brani, ci sono già degli editi dei Fratelli Cortese, ovvero “Un’alternativa a te” (pezzo di apertura), “Dietro a quegli occhi azzurri” e “Il momento giusto“. Su questo ultimo brano, anche se risalente ad una precedente pubblicazione, vorremmo porre la vostra attenzione poichè è un lavoro molto molto interessante.

Che senso ha“è un pezzo struggente dal sapore internazionale. Nel complesso un lavoro buono, in cui però sentiamo una leggera incertezza interpretativa da tutte e due le parti…peccato perchè non la troviamo in altre tracce e questo pezzo è davvero buono.

Segue la title track, una canzone che fila liscissima e che è una finestra sulla visione giovanile della realtà, nella speranza di un futuro più grande. In questo pezzo, più di tutti, l’unione delle due voci spacca alla grande.

Il riff di chitarra elettrica apre “Quello che sei tu“, che con l’arrivo inaspettato dell’elettronica si dimostra essere più di una semplice traccia pop rock “di riempimento” ma un tassello fondamentale nella storia musicale dell’album.

Via da te” è un’altra canzone altamente godibile che si fa ascoltare e che dal solo di chitarra elettrica fino alla fine ci appassiona ancora di più. Ma è con “Da che parte stare” è che troviamo quella che per noi è la chicca del disco. Forse non un possibile singolo ma uno di quei brani che ti fà capre che di roba ce n’è. Una poesia, a tratti anche polemica, messa su una linea melodica molto accattivante. Complimenti per questo brano.

A chiudere la tracklist è “Stringimi ancora” che assume le caratteristiche della love ballad pop rock rock, molto esterofila e struggente.

In conclusione un album completo questo dei FC che ci mostra grandi abilità e possibilità di crescere ancora e raggiungere ottime soddisfazioni.

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