Recensione: il nuovo album di Piergiorgio Tedesco, Exit Strategy, tra rock e cantautorato

Due anni dopo l’album precedente “Wrestling” arriva il nuovo lavoro del cantautore torinese Piergiorgio Tedesco: “Exit Strategy“, disponibile dal 16 ottobre.

7 tracce che mescolano sonorità tipicamente rock e pop rock alle atmosfere e melodie cantautorali. Tra vecchi ricordi e richiami all’attualità, trattati in maniera pungente e sarcastica, l’artista non ci indica una vera e propria “uscita sicura” ma ci invita probabilmente a trovarla distaccandoci da alcune dinamiche della realtà incasinata di questo mondo e vivendo maggiorente traendo beneficio dalle nostre emozioni più genuine.

Un lavoro comunque con un retrogusto abbastanza nostalgico e malinconico. Dopo tutto per andare avanti verso “l’uscita” è essenziale anche guardare indietro.

Un disco suonato molto bene che ci fa ascoltare una varietà e scelta di suoni molto interessante, oltre ad un ottimo lavoro di mix e mastering. I richiami ad un rock progressive anni ’70, modernizzato alla grande, sono una caratteristica di alcuni pezzi che funziona molto bene. Il tutto unito alla penna, come sappiamo ottima di Piergiorgio, che si rifà un pò a Battiato forse, ma che di sicuro ha una sua precisa identità molto forte.

Il Monte Fuji nella mia stanza” è la traccia di apertura. Un pezzo rock con dei bei richiami musicali orientali, legato appunto al mondo spirituale e culturale dell’oriente, molto meno folle e insano dell’occidente.

30 anni in più e 1978 ci riportano su uno stile più tradizionale e cantautorale.

“Cosa contano 30 anni di più,e se quello della foto sei ancora tu, dove vanno a morire le fanstasie se poi certe sfighe son solo mie?”

1978 è un susseguirsi di fotografie messe in musica, che fanno vivere la fine degli anni ’70 anche a chi non c’era, con rimandi sia ad eventi personali del cantautore che storico cuturali.

Come vento, secondo noi, è la “chicca” di questo album. Il pezzo è tradizionale ed intimo, L’arpeggio di chitarra acustica è un pò di “Vaschiana” memoria. Il mondo e le sue bellezze che ci circondano vengono trattate e cantate con un delicatezza e amorevolezza abbastanza rara ad oggi. Per noi la chiave per la “Exit Strtegy” va ricercata in questa canzone.

Segue “Voglio fare l’umarell“. Con le sue caratteristiche folk ci dà la sensazione che sia stato il brano in cui Piergiorgio si è divertito di più in fase di realizzazione, sia strumentale che vocale. La canzone non va assolutamente sottovalutata perchè è metafora molto forte della nostra realtà sociale.

Annecy con i suoi ricordi ci fa entrare in un ambiente musicalmente quasi jazz ed il suo racconto, estremamente intimo e raffinato, sono una carezza amara all’anima.

Chiude la title track, “Exit Strategy“. Rientriamo nella carreggiata del rock e punk rock. Tema attuale quello trattato nel testo: No Vax, nostalgici del fascismo, Complottisti climatici… tutto viene trattato in modo pungente ma anche sarcastico. Tra tutti questi personaggi troveremo al nostra uscita sicura?

Colpo di coda della canzone, semi-citazione di Giorgio Gaber: “Liberta è solamente il volo del moscone”.

Menzione speciale in questa recensione per la bella copertina dell’album creata da Luigi Bicco.

Per concludere, un altro ottimo album fatto di maturità, conoscenza e voglia di mettersi sempre in gioco!

SEGUI PIERGIORGIO TEDESCO

MAIL: piergiorgio.tedesco@gmail.com
FACEBOOK
INSTAGRAM