Pepp1 ci racconta il suo nuovo singolo “La mia sposa bambina”: Faso, Jack Zorzi, Indro Montanelli e il creepy rock

É uscito venerdì 26 gennaio 2023 per Hukapan il nuovo singolo di Pepp1 (si legge Peppuàn), dal titolo “La mia sposa bambina“. Un brano che affonda le sue radici nell’Etiopia del 1935, dove un giovane soldato italiano si reca alla ricerca d’affetto e d’avventura. Ben presto subisce la fascinazione per le sonorità locali ed incide il primo inno d’amore colonialista della storia. Nonostante le pressioni del regime, non riuscirà a pubblicare la sua opera in vita.

Milano, 2023. Durante un picnic ai giardini di Porta Venezia il cantautore Pepp1 rinviene il nastro originale del brano in un forziere. Mosso dalle liriche struggenti, decide di realizzarne una nuova versione filologicamente ineccepibile e di regalarla al grande pubblico dopo quasi 90 anni dalla prima ed inedita incisione.

Lo abbiamo incontrato!

Ci ha colpito, nei credits di questo pezzo, quel “grazie Faso per gli spunti musicali”. Hai voglia di presentarci Faso (che ovviamente conosciamo per fama, ma magari non tutti i lettori) e di snocciolarci questi spunti musicali?

Faso è il celeberrimo bassista di Elio e le Storie Tese. Dal 2021 pubblico la mia musica per l’etichetta Hukapan fondata dal complesso milanese sopracitato. Se ho iniziato a suonare il basso lo devo soltanto a lui e a quel magico concerto al Teatro Tendastrisce di Roma nel 2008. È sempre stato uno dei miei idoli. La sua passione per i ritmi africani e per le soluzioni musicali meno convenzionali (per noi italiani) ci è tornata estremamente utile nella costruzione de “La Mia Sposa Bambina”.

Come è nata la tua collaborazione con Jack Zorzi? 

Ho conosciuto il pianista e produttore Jack Zorzi al Conservatorio Verdi di Milano nel 2016. Mi vendette il suo pianoforte digitale ad un prezzo bassissimo dopo una trattattiva docile (ma serratissima) che misi in atto per spendere di meno. Me lo rinfaccia ancora adesso. È un musicista sensibilissimo, un tulipano con i riccioli neri. In arte condividiamo lo stesso spirito che risponde all’acronimo NDP (Niente da Perdere), già citato dal collega Mauro Repetto come metodo vincente per i suoi 883. 

Ci hanno raccontato che nei tuoi concerti ci sono spesso anche delle “scenette” e delle parti recitate. Come si svolge un live di Pepp1 e che cosa dovremmo aspettarci? Hai mai valutato anche l’idea di creare proprio uno spettacolo – concerto?

Le scenette che mettiamo in atto sono strettamente collegate al contenuto dei brani: ne “La Mia Sposa Bambina” impersono un esploratore con cappello, trench e binocolo intento a cercare carne ed avventura. In “Bambolona” io e Jack Zorzi mettiamo in scena l’opposizione progressismo-conservatorismo e colpi di Barbie-Oppenheimer, Chiara Valerio-Mario Giordano. L’opzione spettacolo-concerto mi stuzzica non poco. 

Possiamo ancora definirti “creepy rock” come per il tuo disco di debutto?

Sì, la definizione Creepy Rock si sposa ancora di più ai brani su cui stiamo lavorando per il prossimo EP: la voce narrante esprime quasi sempre pensieri al limite del penale, ma con una convinzione degna del migliore Giorgio Mastrota. 

Ma quindi, tra Blur e Oasis?

    È come scegliere tra il padre putativo con i soldi e la matrigna curiosa. I Blur sono le lacrime in prima fila a Wembley, un amore giovanile consumato con ingenuità e la quintessenza di una certa britishness figlia di Ray Davies; gli Oasis sono il sudore, la voce che sparisce per una settimana e l’idolatria dura e pura.