LSKA ci racconta il suo nuovo album “Ephemeral”

Venerdì 2 febbraio 2024 esce per Record Y su tutte le piattaforme digitali “Ephemeral“, il nuovo disco del progetto LSKA già anticipato dal singolo “Solid State Spirit“.

Un album che è nato in un periodo di grande cambiamento e che riflette la ricerca di uno spazio sicuro in cui potersi abbandonare. Tutti i brani sono stati composti in pochissimo tempo, ma sono frutto di riflessioni durate anni sulla ripetizione, l’astrazione e l’inserimento di elementi casuali nel processo di composizione. La scintilla che ha permesso alla macchina di rimettersi in moto è stato l’invito a partecipare esattamente un anno fa alla rassegna di musica sperimentale Deragli presso il Caracol Olol Jackson di Vicenza che non potrò mai ringraziare abbastanza.

Incuriositi da questo progetto, che in realtà esiste dal 2009, che si muove in bilico tra più arti e dove la musica elettronica è solo una scatola che contiene molto di più, abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere direttamente con Luca. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come mai hai scelto di chiamarti LSKA, e come lo pronunci? Hai capito fin da subito che sarebbe stato il nome giusto per questo progetto?

La scelta del nome ha a che fare con la mia diffidenza nei confronti delle parole, per questo ho deciso di scegliere un nome senza un vero significato. Prende spunto dal mio nome e dal soprannome con cui sono conosciuto a Vicenza, ma lo considero più un segno grafico.
Per questo anche la pronuncia è volutamente ambigua: puoi leggerlo come preferisci.

In che periodo è nato LSKA?

Nel 2009, quando ho iniziato a produrre seriamente musica elettronica. 

Cosa puoi raccontarci della scena veneta? Senti di appartenere a questa scena? E come è nata la tua collaborazione ed amicizia con Frank Martino?

Sinceramente non sento di appartenere a una scena in particolare: mi sono sempre tenuto a margine e ho frequentato ambienti e generi musicali anche molto distanti tra loro, entrandovi spesso per vie traverse. Apprezzo molto alcuni giovani gruppi veneti come i Clamp e i Mont Baud, ad esempio.
Frank e io ci siamo conosciuti nel 2015, lavorando a un progetto in cui io realizzavo dal vivo i visuals per un suo live set. Senza conoscerci, abbiamo trovato subito un’ottima sintonia e abbiamo continuato a fare cose insieme.

Ci racconti la tua esperienza formativa e accademica?

Ho fatto studi umanistici, studiando privatamente la chitarra e suonando in band di vari generi. Per necessità e per curiosità ho iniziato anche a fare pratica come fonico ed essendo anche molto appassionato di informatica, mi è venuto naturale sperimentare con i primi software di produzione musicale. Dopo la laurea triennale in sociologia, quando già avevo iniziato a lavorare con la musica e il suono, ho sentito la necessità di approfondire le mie conoscenze e mi sono iscritto alla scuola APM di Saluzzo, diplomandomi nel 2012 come Tecnico di Musica Interattiva per le Arti Digitali.

Oltre alla musica, che cosa fa parte dell’immaginario di LSKA?

L’uso creativo della tecnologia, l’inaspettato, il senso di meraviglia.