Intervista: il consciousness di Volpe in “Nuove strade”

 Nuove Strade” è il nuovo brano di Volpe e Ama Dee uscito il 12 Maggio per NEEDA Records / ATOMO WORLD e distribuito da Altafonte Italia.


Si tratta a tutti gli effetti di un racconto emozionale che ha l’obiettivo di catturare l’angoscia e la vulnerabilità di due persone che si troveranno ad affrontare le paure di una nuova esperienza. Un viaggio vissuto insieme, seppur subendo le cicatrici delle esperienze passate.


Beat Lo-Fi, melodie super dolci e il brano sembra subito spuntare fuori da una vecchia autoradio.

Nuove Strade” di Volpe è un invito a lasciarsi andare, nonostante le delusioni e le cicatrici passate. È una spinta verso la ricerca dei motivi della partenza nel viaggio stesso.

Ciao Volpe! “Nuove Strade” è il tuo nuovo brano, ricco e trasudante del nostro amato consciousness. Quanto e cosa racconta di te questo singolo?

“Nuove Strade” è un brano terribilmente sincero. Parla di una bugia che mi sono raccontato così spesso, che alla fine pure lei deve essersi confusa ed è diventata realtà.
Parla di un bacio. E poi di un altro e un altro ancora. Di un intero pomeriggio passato in un auto ferma a costruire il mondo che passava fuori dai finestrini. Racconta tanto di me e lo fa come cronaca di una reazione a un qualcosa di inaspettato, di profondamente bello.

Dichiari Volpe come “un animale curioso, incline all’abbandono”. Spiegati meglio.

Trovo che “abbandonare” sia una forma cosciente di superare le cose. Dove lo stancarsi ci fa tagliare di netto i ponti, impedendoci spesso di trattenere informazioni essenziali, abbandonare ci permette di prenderci il giusto tempo per salutare e conservare ciò che si vuole.
Credo che in un momento come questo sia un buon modo di andare avanti, senza obbligarsi a cambiamenti dettati unicamente da ciò che ci accade attorno.

Com’è nato il feat con Ama Dee?

L’ho sentita cantare il suo singolo “Sesto Senso” ad un evento e le ho scritto su Instagram per proporle alcune idee. Spero che sia l’inizio molto molto banale di una lunga serie di cose scritte assieme.

“È formidabile scoprirsi di nuovo preda”. La musica è un tuo modo per scoprirtici ancora di più?

Sì, in particolar modo se penso ai ruoli nuovi che ho esplorato grazie ad essa.

Ho capito quanto mi piaccia giocare con la comunicazione, con il design del disco per cercare di superarne la concezione fisica al fine di farlo evolvere con me (la “scatolina” di Apocalissi Tascabili ad esempio). Se parliamo di introspezione invece, posso dire che vedo le canzoni come tasselli di un mosaico e, guardarle assieme da lontano, mi aiuta a creare una istantanea di un preciso momento della mia vita.

Da dove vengono le tue influenze e ispirazioni per la tua musica?

Attualmente sto cercando di “rubare” il più possibile dai dischi di Caroline Polachek e di Enfant Sauvage. Mi sono innamorato delle parole di un artista della 4AD, Bartees Strange, che ha un modo dolce e delicato di dipingere immagini colme di significato.

E poi dalla letteratura, ho libri pluriscarabocchiati e maltrattati dove conservo le idee che uso per scrivere.

Cos’ha in serbo Volpe per i suoi progetti futuri?

Dance dance dance. Con Valenitnom e RH- stiamo lavorando ad un live dinamico con poche distinzioni fra chi vorrà ascoltare e chi solo sentire e muoversi.

Poche parole, tanta musica, divertirsi insieme dal primo momento.

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