Gli Sneer ci raccontano il loro album di debutto “Young Again”

É uscito venerdì 22 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali, per Record Y il primo disco degli Sneer dal titolo “young_again“. Mescolando elementi di rock, funk, jazz, hip-hop e con un’attitudine lo-fi, il disco propone una variegata soluzione di numerose corte composizioni, prodotte ad hoc con una dose massiccia di post-produzione e strumenti alterchi dal loro normale utilizzo. Oltre a sax baritono, soprano e tenore, chitarra baritona, classica ed elettrica e batteria elettronica e acustica, il full-length si presenta distorto e compresso in un pacchetto di meno di 40 minuti. Un viaggio da sorseggiare sia a piccole dosi che tutto dʼun fiato.

Che cosa sia il lo-fi, a che cosa servono i social e molto altro. Ecco cosa ci hanno detto!

“Flattener” è in qualche modo una dichiarazione estetica del vostro progetto musicale? Che cosa racconta di voi questo primo brano?

Flattener è un po’ il riassunto della nostra ricerca estetica. C’è tutto: suoni lo-fi, una scrittura scarna, tanta elettronica, il giusto equilibrio tra i nostri generi di riferimento: rock, psichedelia, funk, jazz, minimalismo elettronico.

Ci raccontate la vostra formazione? Com’è iniziato tutto?

Tutto è nato da un’idea di Francesco. Nato come duo chitarra baritona (bass VI) e sax, si è poi allargato alla batteria. In principio c’era un altro sassofonista; io sono subentrato tempo dopo, in una fase in cui il progetto sembrava naufragato. Col mio arrivo abbiamo ripreso a lavorare sull’estetica e sulla musica che volevamo fare. Durante la fase di produzione del disco abbiamo finalizzato e unito le nostre visioni, trovando un luogo comune in quello che viene chiamato “Lo-fi”, cioè musica prodotta con strumenti li apparentemente di “bassa” qualità.

Il lo-fi sembra un trend, estetico e musicale, come ve la vivete?

La decisione è stata molto naturale. Da subito la musica che abbiamo scritto e come la interpretiamo virava su questa sponda. In generale abbiamo scelto un’approccio “casereccio” privo di troppi orpelli. Credo sia una scelta automatica per molti artisti in questo periodo, in risposta a una malsana cultura della massima performance e del “ben-confezionato”. Pensiamo anche di dare più risalto alla musica così facendo.

I social sono effettivamente fondamentali per la promozione di un progetto musicale? Cosa state organizzando voi, al di là della musica, per diffondere il vostro disco in uscita?

In questa formazione ci siamo divisi i compiti molto bene. In particolare l’aspetto comunicativo e di immagine è affidato a Michele che ne è il massimo esperto tra di noi. Basandoci sulle sue direttive abbiamo progettato (e già realizzato) alcuni videoclip (sempre molto lo-fi). Serviranno soprattutto per i social, e qui mi riallaccio alla prima domanda. La risposta è SI!. I social sono ormai diventati la piazza dove rendere nota la tua attività e proporla a più gente possibile. A mio parere questo è l’unico aspetto positivo dei social, la loro utilità primaria. Per il resto ne farei a meno…

E cosa cosa significa essere indipendenti, oggi?

Oggi essere indipendenti è la normalità. Credo che non abbia più neanche un significato particolare. La vera “stranezza” è trovare una produzione completa. Da un lato c’è la possibilità di avere la massima libertà nella creazione dei propri progetti però dall’altro lato c’è un’assenza di sostegni e aiuti che renderebbero tutto più realizzabile. Ad ogni modo con un po’ di ingegno e un po’ di Michele Zuccarelli Gennasi si può ovviare a tutto.