Frisàri ci racconta il suo nuovo singolo “Giurami”

Esce martedì 16 aprile 2024 su tutte le piattaforme digitali per Futura Dischi (e in distribuzione The Orchard) il nuovo singolo di Frisàri. Un nuovo capitolo dal titolo “Giurami” che anticipa l’uscita di un EP che nasce dall’idea di una sessione in presa diretta, da cui poi deriva un risultato vibrante e del tutto connesso alla dimensione live, una parte fondamentale del progetto Frisàri. Il tutto è stato realizzato con lo sfondo e la complicità del Blap Studio di Milano.

Giurami” è un brano dalle sonorità indie-rock dove i riff di chitarra elettrica e le loro distorsioni si intrecciano e delineano l’ambiente muovendosi come synth e lasciando spazio ad un testo di matrice cantautorale. Giurami” parla dell’impossibilità di accettare lo scorrere del tempo, nel quale le origini e l’infanzia si scontrano con quello che siamo diventati sintetizzando tutto all’idea di una goccia d’acqua sospesa che si stacca da un rubinetto difettoso. Questa immagine si evolve nel corso del brano diventando l’acquedotto pugliese che si riversa nel mare ad Agosto e la saliva sputata sul collo. Il tentativo di fermare il tempo e la goccia che cade falliscono e il messaggio del brano si svela nella frase “due litri d’acqua ogni giorno non è la siccità”, scoprire che quello che ci è concesso coincide esattamente con quanto ci basta per sopravvivere.

Noi non potevamo lasciarcelo sfuggire, e per l’occasione abbiamo deciso di rivolgergli qualche domanda: due litri di acqua al giorno, nella vita vera scrive colonne sonore e assolutamente nessuna competenza nel mercato musicale, ma va bene così.

Scrivere e pubblicare “Giurami” ti ha aiutato ad accettare lo scorrere del tempo, che è un po’ il tema di questo brano?

Direi di si, almeno per un po’ di tempo spero.

Hai capito che cosa ti serve per sopravvivere, a proposito di “Giurami”?

Due litri d’acqua al giorno, però pure mangiare qualcosa sarebbe utile.

Di cosa ti occupi, quando non hai a che fare con la (tua) musica?

Scrivo colonne sonore per spettacoli teatrali e faccio da fonico per le loro tournée.  La cosa divertente é che spesso non si tratta solo di musiche ma di effetti sonori improbabili, lavorare con i registi é uno sport che consiglio.

E come riassumeresti ciò che è successo dalla pubblicazione del tuo primo disco “Carpe Fluorescenti”? 

Direi che quello che è successo dopo il primo album è stato strano perché ho visto crescere le persone ai nostri concerti come una famiglia allargata e non me l’aspettavo. É stato lento perché il ritmo dei riscontri e degli impegni musicali é sempre stato incostante. A tratti é stato invece surreale come quando siamo stati catapultati sul palco di un festival a Sarajevo, le persone cantavano e noi IMODIUM.

E che cosa hai imparato sul mercato musicale e i suoi meccanismi sinora?

Assolutamente niente su questo sono un disastro, ricordo che mi chiesero un parere su una canzone inedita e risposi candidamente all’autore che per me era una schifezza: oggi disco di platino e tour mondiali per lui.