WUT ci racconta la sua “ragazza polvere”, che si muove agile tra i dogmi della società, senza mai farsi cambiare

Ce lo immaginiamo chiuso nella sua cameretta, pieno di idee e di ragazze immaginarie, di cui si può solo cantare fino alla nausea. E non vediamo l’ora di sapere che cosa ha da raccontarci.

  1. In una tua precedente intervista, che abbiamo ricercato perchè volevamo conoscerti meglio prima di intervistarti, a nostra volta. Dicevi che in questo periodo storico bisogna essere per forza sia musicisti che content creator, per farsi conoscere. Cosa stai facendo a riguardo?

Veramente ma veramente poco, faccio abbastanza schifo nell’ambito “content creator” però ci provo e lo faccio con tutta la serenità del mondo, senza impormi niente di forza creandomi solo disagi futili. Sto facendo qualcosa? Sì, ma male a modo mio (:

  1. Fare musica significa spesso anche fare sacrifici. Sei d’accordo? E come sta andando nel tuo caso? 

Tutte le passioni che si vogliono far diventare qualcosa di più e non solo richiedono dei sacrifici. In primis di tempo, di soldi e di “sanità mentale”. Nel mio caso sto un po’ stretto, come molti altri, ma cerco di arrangiarmi nel migliore dei modi, spesso togliendomi anche diverse ore di sonno, ma va bene così. 

  1. Cosa diresti a chi si ritrova nella “Ragazza polvere”, la protagonista del tuo ultimo singolo? Si tratta di una persona reale? 

Non è una persona reale ma è una storia reale, in cui, secondo me, si possono rivedere tante persone. Cosa gli direi? Va tutto bene, anche se sei fuori dalla logica sociale o ne fai parte involontariamente, va tutto bene.

  1. E in generale, quanto metti della tua vita nei tuoi pezzi?

Praticamente i miei pezzi rispecchiano quello che vivo e che provo, quindi direi tutto.

  1. Cosa significa che la tua musica è mossa dal “cinismo del cemento”?

I suoni, le parole, descrivono il decadentismo di questi tempi moderni. La nostalgia e la malinconia di una zona industriale credo siano le metafore perfette per descrivere il malessere e la solitudine dell’individuo dei nostri giorni e io cerco di trasmettere questo, perché è questo quello che provo. Per questi motivi la mia musica è mossa dal cinismo del cemento e, allo stesso tempo, dal calore delle chitarre elettriche.