Stefano Attuario con “Insetti” ci trascina in un vortice di angoscia, ribellione e risveglio interiore. Il brano si muove su coordinate cupe, evocando immagini potenti e disturbanti, in un crescendo emotivo che culmina in un grido di consapevolezza.
Il testo è un viaggio nell’abisso della coscienza. L’incipit richiama scenari infernali: “Nelle viscere dell’Ade / il male corteggia e insiste”, ponendo subito l’ascoltatore di fronte a un mondo dominato dall’inganno e dalla manipolazione (“con facili slogan come strategie”). L’evocazione di “occulte verità come ferite” amplifica il senso di confusione e impotenza, delineando un io lirico che si sente sopraffatto da forze oscure.
Il pre-ritornello introduce una delle immagini più potenti del brano: “Ali nere come insetti da schiacciare / Ali nere come insetti da dannare”. Qui gli “insetti” diventano metafora della corruzione interiore e sociale, elementi infestanti che devono essere annientati o subiti. Questa ripetizione ossessiva aumenta la tensione, preparando il terreno per il ritornello.

Nel ritornello si rafforza il tema dell’alienazione: “Sfuggono ora le ragioni senza un perché / E intanto ingoio il verme della carne”. L’atto di ingoiare il verme suggerisce un’accettazione forzata della realtà marcia, una contaminazione inevitabile. L’immagine dell’anima appesa a un altare richiama un sacrificio, una vittima inerme di un sistema opprimente.
Nella seconda strofa, però, emerge un primo segnale di lotta: “Trovo un soffio dentro di me / nel mio petto c’è rivoluzione”. Qui l’apatia si trasforma in fuoco, l’indifferenza cede il passo a una consapevolezza feroce. L’accostamento al “sangue di Giuda” introduce il tema del tradimento e della rivelazione: ora l’io lirico “vede” prende coscienza della tempesta interiore che lo agita.
“Insetti” è un brano che colpisce per la sua intensità espressiva e per l’uso di immagini crude e simboliche. La scrittura di Attuario è evocativa e spietata, capace di immergere l’ascoltatore in un universo oscuro e tormentato. Se la musica segue la stessa direzione, ci aspettiamo un impatto sonoro potente, fatto di atmosfere dense e cariche di tensione.
Stefano Attuario si conferma un autore dalla forte personalità, capace di trasformare il tormento interiore in arte. “Insetti” è una discesa negli inferi della coscienza, ma anche un inno alla resistenza: un pezzo che lascia il segno.

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