Mio padre mi telefona alle sette del mattino,
perché pensa che i falliti siano quelli che si svegliano alle dieci
ancora stanchi
Io lo ascolto, un po’ mi fingo interessato, un po’ mi invento due stronzate
poi gli dico che ho da fare e mi rimbocco le coperte,
sopra la testa
mi riaddormento, se ci riesco
Poi mi fingo interessato per le scelte che hanno scelto al posto mio,
col terrore di fallire e col sentore di non essere più io,
prima scelgono al mio posto poi mi vogliono sicuro sulle cose
ma quali cose, ma chi lo sa
se il mondo corre, io resto qua
Neppure a casa mia
mi sento a casa
potessi andare via
lontano da ogni cosa, cazzo se lo farei
ho una scelta tutti i giorni: stare male o stare peggio
preferisco stare a letto per non scegliere nessuna delle due,
che forse è meglio
i miei amici non ci sono e se mi scrivono li appendo,
non mi vogliono davvero o almeno questo è ciò che dice il mio cervello,
forse ha ragione
tra tanta gente, perché un coglione
Poi mi sbattono le loro vite in faccia e sono sempre un po’ più belle,
tra l’amore ed una laurea a pieni voti, poi le facce sono quelle
ed io nemmeno mi ricordo di una volta in cui ho sorriso veramente
poi esco male nelle foto, mi viene l’ansia con la gente
e me la prenderei a cazzotti, quell’espressione deficiente
neppure a casa mia
mi sento a casa
potessi andare via
lontano da ogni cosa, allora lo farei
ANDARE VIA
neppure a casa mia
mi sento a casa
potessi andare via
lontano da ogni cosa, cazzo se lo farei
e invece resto qui
con le mie mani in mano
con una sigaretta mezza accesa, a ripensarci invano
ad aspettare
forse qualcosa in più,
forse di addormentarmi
e non svegliarmi più.