Nuova release per Milano 84, il concept musicale italopop di Fabio Di Ranno e Fabio Fraschini: “Summer on a Solitary Beach” riprende e lancia nella calda estate del 2024 un classico di Franco Battiato del 1981, originariamente contenuto ne “La voce del Padrone”. È una versione revisited che amplifica l’attitudine dance del duo, questa volta anche grazie a un featuring d’eccezione, quello con Johnson Righeira, insieme per una song che si diverte a giocare con l’italo disco e la new wave.
“Summer on a Solitary Beach” esce per NHK (il ramo distributivo di Talentoliquido, in collaborazione con Believe Music Italy) ed è disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming. Inoltre, sarà presente (in una long version) anche nel nuovo album di Milano 84, atteso per la seconda metà del 2024.
A sentirli non abbiamo proprio avuto dubbi, questi due progetti sono nati per stare insieme, e speriamo davvero ci possano essere altre occasioni per vederli insieme. E nell’attesa, li abbiamo intervistati.
- Quali sono state le vostre impressione l’uno degli altri?
Johnson Righeira: Non saremmo qua se il nostro non fosse stato un incontro di grande rispetto reciproco e ammirazione. Io non sono un nostalgico, e non lo sono nemmeno i Milano 84. Sono influenzati dalla musica degli 80s ma provano a sintetizzare certe atmosfere, certe sonorità e le rendono attuali. È proprio questo che mi è piaciuto di loro.
- Perché secondo voi brani come “Vamos a la playa” dovrebbero essere un riferimento musicale? Lo sono per voi? Che cosa sapevate di Johnson Righeira prima di contattarlo?
Fabio Fraschini: E’ un pezzo intergenerazionale che non è stato per niente scalfito dal tempo. Un riempipista ancora oggi, perfetto nella sua alchimia di synth, ritmica, liriche cyberpunk e cori da stadio. È come si dovrebbe produrre un brano pop.
Fabio Di Ranno: Ammiriamo Johnson da sempre: lui insieme a pochi altri (Krisma, Garbo, Cattaneo, Camerini, Skiantos) è tra quelli che hanno portato novità e sperimentazione nella musica italiana degli 80s, come anche nei programmi musicali in TV. E soprattutto nella testa di noi musicisti in erba. Conoscerlo e addirittura lavorarci insieme ci sembra ancora adesso incredibile.
- E di chi è stata l’idea di riprendere Franco Battiato?
JR: L’idea è stata dei Milano 84, io sinceramente non ci avevo mai pensato. Sulle prime sono rimasto un po’ perplesso, anche perché di Battiato amo di più altre canzoni. In realtà avevano ragione loro, in primis perché mi sono divertito molto a cantarla. Come mi è già successo quando ho interpretato brani di altri autori (Ciampi, Tenco) cerco di non pensare all’originale, e mettere così da parte l’ansia da confronto. Anzi, cerco proprio di non studiare per niente – che è poi una mia caratteristica storica, che mi porto appresso dai tempi della scuola – e lascio che le cose vengano da sole. Adesso questo pezzo di Battiato mi piace molto, forse anche grazie ai Milano 84. E mi piace molto la versione che abbiamo fatto insieme. Sono felice, ne vado già fiero.
- E dalla vostra ultima pubblicazione, che cos’è accaduto?
FD: Tante cose: il lavoro sul nuovo album di Milano 84 è stato lungo e articolato in diverse tappe, ma alla fine il disco è venuto fuori esattamente come l’immaginavamo. E con collaborazioni che ci riempiono il cuore di gioia. Poi ci sono state anche altre vicende meno piacevoli, ma per carattere tendiamo a non dargli troppo peso. Andiamo dritti per la nostra strada.
- Quali sono le difficoltà del fare musica nel 2024?
FF: Non ci sono difficoltà se ci si diverte e ci si esprime secondo i propri gusti. I problemi arrivano quando si cerca una visibilità che non sono convinto passi per le assurde regole dello streaming. Scrivere in libertà e per il proprio appagamento rimane, secondo me, l’arma migliore per essere apprezzati dal pubblico.