“Strazio” è il primo album della band milanese Zio Fella: la recensione

“Strazio”, il debutto della band milanese Zio Fella, è un viaggio divertente e intelligente attraverso dieci brani che fondono ironia, satira sociale e diversità musicale in modo sorprendente.

La band, con il suo stile unico, riesce a far sorridere l’ascoltatore grazie a storie paradossali e testi originali. Affrontando temi come la lotta del contribuente contro Equitalia o la trasformazione di un single in un moderno Pollicino, gli Zio Fella dimostrano una creatività eclettica che si manifesta anche in brani come “Gionuein”, ispirato all’incredibile storia di John Wayne Bobbitt.

“Strazio” riflette l’essenza dell’album, che offre una combinazione di rock italiano, rime perfette e influenze musicali diverse. La band riesce a mantenere un tono leggero e divertente pur affrontando tematiche sociali con sagacia, come evidenziato in “Falso invalido”.

Il disco si distingue per la capacità degli Zio Fella di mescolare il demenziale con l’ironia, prendendo spunto dalle fiabe e trasformandole in racconti dark, come nel caso di “Dracula”. L’album offre anche un’inedita prospettiva sulla vita quotidiana, affrontando temi come la paternità in “Ninna nanna C.C.C.” o la pandemia in “Il country del morbillo”.

In conclusione, “Strazio” è un’esperienza discografica che va oltre le aspettative, confermando che gli Zio Fella sono più di una semplice band. Con il loro approccio al puro e semplice divertimento, riescono a offrire un’originale riflessione sui difetti umani e sulla società, rendendo il loro esordio un’aggiunta significativa alla scena musicale.