
Anticipato dall’uscita dei singoli “Hijab” (feat. Pietra Montecorvino), “Le canzoni divertenti” (feat. Andrea Tartaglia) e “Lambroolyn”, esce “Irriverentə”, il nuovo, eclettico, album di Mico Argirò. Irriverente già dal titolo.
«La schwa nel titolo è provocatoria e rompiscatole. In realtà ero indeciso se chiamare il disco “Irriverente” riferito a me o “Irriverenti” riferito alle canzoni: la ə è intervenuta a salvarmi e mantenere l’ambivalenza. È poi un simbolo che mi piace perché fa incazzare tutti, che siano gli invasati del linguaggio inclusivo o i rigidi tradizionalisti. Credo abbia molto in comune con queste canzoni».
“Irriverentə” è un insieme di 8 storie irriverenti dagli anni che stiamo vivendo. Nei brani, seppur con grande energia, si racconta il disagio di vivere nel secondo ventennio di questo secolo, tra social, critica all’arte e lockdown.
«“Irriverentə” è un album che racchiude tanto della mia visione del mondo in questi anni assurdi. Ho osservato e meditato, esprimendo i racconti delle singole canzoni in maniera molto personale e fuori da ogni schema. Facendo quello che mi pare, insomma. I temi delle canzoni sono molto vari, come sfaccettati sono questi anni venti… ci sono i social e c’è la solitudine nella cameretta, c’è il lockdown (e le fughe ripetute) e la mia visione dell’arte contemporanea, amori, letture, viaggi. In questo album c’è un pezzo della mia vita; le pause tra una canzone e l’altra sono i miei istanti di questi due/tre anni; per me non è solo musica: è una parte di me. “Che schifo gli anni 20” è una sorta di manifesto di questi anni, tra pandemia e guerre (e non è che prima si stesse d’incanto…); “Home” si è scritta da sola, scorrendo un social e, alla stessa maniera, “È morto De Gregori” c’entra con gli elogi post mortem su Facebook e Instagram (e c’è una critica al mondo radical-chic che, purtroppo, spesso frequento); “Lucia” è nata dalla lettura di alcune fantastiche poesie di una ragazza oggi scomparsa; “Di nascosto” (che è una canzone d’amore) e “Lambrooklyn” parlano di come ho vissuto il primo e il secondo lockdown, mentre “Hijab” è una canzone di sesso e amore universale. Credo che questi brani cristallizzino un mio momento: sarà interessante riascoltarli fra 30 anni, se non io qualcun altro». |
L’album miscela l’elettronica ai suoni acustici della musica d’autore, sperimenta nella forma-canzone, pur restando fedele a quella che è la verve compositiva dell’autore. È un album insieme molto pop, fuori dagli schemi e ancora tanto cantautorale.
«Musicalmente ho seguito il flusso iniziato con “Hijab” e l’ho sviluppato: un mix di acustico ed elettronico, di cantautorato e sperimentazioni. Un genere libero e che non credo possa rientrare in nessuna schematizzazione. Mi sono divertito a mischiare elementi molto distanti, a suonare quasi tutti gli strumenti dell’album, a mettermi in discussione e a mettere in discussione la forma-canzone. Negli arrangiamenti suonano insieme chitarre acustiche con sintetizzatori, arpeggiatori e loop, chitarre elettriche distorte e beat; tutto questo cerca sempre di avere un senso molto stretto con il tema della canzone, ed è per me un modo nuovo e divertente di fare musica».
«È stato molto stimolante collaborare con così tanti artisti diversi, ognuno notevole in quello che fa. C’è la musica napoletana con Pietra Montecorvino e Tartaglia Aneuro, c’è il rap con il collettivo Cilento Doppia H, c’è la musica d’autore personale di Luciano Tarullo e di Antunzmask, c’è l’indie di Frank Bonavena e Gabriele Slep. Dietro le quinte si muovono anche comecarbone, Eugenio Bennato, una myss che devo tenere anonima, Ivan Malzone e tantissimi altri. Ho deciso di assorbire quanto più possibile da loro, come una spugna, e rielaborare il tutto alla mia maniera. Sono onorato di queste collaborazioni e credo che i risultati siano belli e unici».
Altra peculiarità dell’album, insieme all’ecletticità della proposta musicale, è la scelta di stamparlo non su CD, non su vinile, ma su preservativi.
«Il fatto che “Irriverentə” sia stampato su preservativi e non su CD mi diverte, soprattutto abbinato alla copertina di Bio Dpi. Cercavo un modo di metterla in culo al mondo e l’ho trovato così. Ho poi scoperto che è il primo album del genere in Italia, ancora più sfiziosa come cosa, soprattutto perché così la mia musica ha anche una funzione pratica e piacevole». |
TRACKLIST
1 Che schifo gli anni 20
2 Home ft. Luciano Tarullo, Antunzmask, Cilento Doppia H
3 Lucia
4 È morto De Gregori ft. Frank Bonavena, Gabriele Slep
5 Le canzoni divertenti ft. Andrea Tartaglia (Tartaglia Aneuro)
6 Di nascosto
7 Lambrooklyn
8 Hijab ft. Pietra Montecorvino (Registrata da Eugenio Bennato)*
*Il videoclip di “Hijab” vede la partecipazione straordinaria di Alvaro Vitali |
Credits
Testə e musicə Mico Argirò
Registratə, mixatə e masterizzatə da Ivan Malzone
Mico Argirò: Vocə, Chitarrə, Sintetizzatorə e Beat
Letizia Bavoso: Flautə Traversə in Hijab
comecarbone: Corə in Lambrooklyn
Ivan Malzone: Pianə e Violinə in Di nascosto
Lə copertinə è un’operə di Bio Dpi rielaboratə da Giovanni Carbone
Artist First, 2022
LINK UTILI
Spotify: https://open.spotify.com/artist/2UTCRdEFO6cvYWSocI8aIy
Instagram: https://www.instagram.com/micoargiro/