Riccardo Bianchini, artista poliedrico, ci racconta il suo ultimo progetto musicale, “Leonardo”, un lavoro che fonde la potenza emotiva e riflessiva della musica con la profondità dei concetti filosofici che permeano il suo percorso artistico. In questa intervista, ci svela come il suo nuovo disco sia nato dall’esigenza di unire due mondi apparentemente opposti: quello delle canzoni che combattono per una causa e quello che esplora la bellezza e la complessità dell’amore in tutte le sue forme. “Leonardo” diventa così un punto di incontro, un esperimento artistico che tenta di abbracciare la tensione tra il desiderio di cambiamento sociale e l’introspezione emotiva.
La scelta della copertina del disco, inquietante e potente, è un altro aspetto centrale del progetto. L’immagine, realizzata da Luna Doni e modificata da Gianpiero Sica, rappresenta visivamente un sentimento di disturbo sottile, in sintonia con un lavoro che vuole risvegliare una consapevolezza spesso sopita nel nostro vivere quotidiano. Bianchini riflette su come le distrazioni moderne, come il “pane e circo” delle società contemporanee, possano allontanarci dalla comprensione di noi stessi e degli altri.
Nel corso dell’intervista, Bianchini ci porta a scoprire quale sia il pezzo che meglio rappresenta il suo progetto e quanto il suo background filosofico influisca sulla sua scrittura. Il risultato è una musica che non si limita a intrattenere, ma invita alla riflessione. Con uno sguardo già rivolto al futuro, l’artista condivide anche i suoi prossimi progetti, tra cui nuovi pezzi e saggi riflessivi, in un continuo processo di evoluzione artistica e umana.
Ciao, raccontaci come nasce “Leonardo”
Da una parte avevo voglia di canzoni che stanno su una qualche barricata, dall’altra di canzoni che parlano d’amore. Non di attrazione e innamoramento: di amore inteso come qualità propria dell’essere umano. Leonardo nasce per tenere insieme queste due parti, per iniziare a costruire un percorso che esplora il rapporto di incontro e scontro con gli altri.
Come mai ha scelto questa copertina piuttosto inquietante?
Luna Doni ha realizzato un lavoro artistico dal titolo Underlying che mi è piaciuto immediatamente. Su questo Gianpiero Sica ha fatto alcuni aggiustamenti grafici per adattarlo ad essere la giusta copertina per un lavoro che vuole ricordare tutta la naturale inquietudine che sta seminascosta nel nostro vivere annebbiati dalle potenti armi di distrazione di massa: pane e circo.
Quale credi sia il pezzo più rappresentativo del tuo lavoro?
Il brano Leonardo, che dà anche titolo al lavoro: è un brano musicale ma anche monologo teatrale che spero di portare presto in giro.
Quanto il tuo background filosofico influenza la tua musica?
Non so dirlo con esattezza, ma credo molto. I miei testi non possono essere in dissonanza con quella che è la mia idea del mondo, per quanto continui a cambiare ogni giorno, più o meno bruscamente. Le scelte armoniche e melodiche invece risentono grandemente della musica che ho sempre amato: rimanendo fra i miei eroi italiani, Battiato, Paolo Conte e Giovanni Lindo Ferretti sono i principali punti di riferimento. Poi c’è Gaber, che è però qualcosa di più.
Qual è il tuo obiettivo principale come artista?
Se avessi un chiaro obiettivo da perseguire sarei un ingegnere. Per me lavorare artisticamente significa ascoltare di momento in momento quello che sorge nelle correnti dell’anima. Al più posso dire cosa penso di fare prossimamente: lavorare ai pezzi nuovi e, insieme, ad alcuni brevi saggi riflessivi.