Recensione: “Magenta” di Clo.ser – Un Viaggio Interiore tra Sofferenza e Speranza

“Magenta”, l’ultimo album di Clo.ser, è un’opera densa e poliedrica, che si immerge nelle profondità dell’animo umano con una sincerità rara. Questo disco rappresenta un’evoluzione nel percorso artistico del gruppo, che qui appare più maturo, riflessivo e tormentato rispetto ai lavori precedenti. Il titolo stesso, “Magenta”, non è solo un omaggio al colore della sedia dipinta da Alessia Galati, ma diventa una metafora di trasformazione e riscatto, un invito a sedersi, riflettere e riscoprirsi per poi rialzarsi più forti.

Il tema centrale dell’album è un viaggio esistenziale che attraversa momenti di incertezza, dolore, e speranza. La traccia di apertura, “La giostra”, è un perfetto esempio di questa tensione: una metafora del viaggio della vita, raffigurato come un loop incessante e incalzante, dove il desiderio di afferrare il coniglio vincente rappresenta la speranza mai sopita di restare in gioco. La musicalità qui è affascinante, un vortice di suoni che trasmette sia l’euforia che il disorientamento.

Il brano omonimo, “Magenta”, è una ballata elegante che trasuda malinconia e riflessione, come un respiro profondo di fronte al mare. È un pezzo che parla della realtà e delle sue leggende, incanalando una delicata nostalgia e una ricerca di significato. La chitarra minimale e le armonie aperte creano un’atmosfera sospesa, che invita l’ascoltatore a perdersi nei propri pensieri.

Clo.ser non si limita solo a riflessioni intime, ma affronta anche temi sociali con brani come “Amore Conforme” e “I soldati della sensazione”. “Amore Conforme” sfida le convenzioni sociali del passato, raccontando con coraggio e tenerezza l’amore di una coppia omosessuale e il loro desiderio di essere accettati in una società in cambiamento. “I soldati della sensazione”, invece, critica aspramente il voyeurismo e la spettacolarizzazione della sofferenza, riflettendo un’indignazione sobria ma potente.

Tra i pezzi più notevoli c’è “L’arpa delle Muse”, un brano che mescola delicatezza e saggezza, impreziosito da un tocco jazzistico che rende il tutto ancora più affascinante. E poi c’è “Preghiera laica per la pace”, una canzone che si erge come un inno di speranza in un mondo spesso privo di essa.

In conclusione, “Magenta” è un album che colpisce per la sua profondità emotiva e la sua capacità di affrontare temi complessi con una delicatezza disarmante. È un disco che parla al cuore e alla mente, invitando l’ascoltatore a sedersi, riflettere, e infine a rialzarsi, pronto a imboccare la propria strada.

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