Recensione: la poesia di Piergiorgio Tedesco in ‘Come Vialli e Mancini’

E’ uscito il 26 marzo scorso il nuovo singolo di Piergiorgio Tedesco, che dopo l’Album Exit strategy torna con una vena meno provocatoria e più gentile e delicata: ‘Come Vialli e Mancini’, un inno all’amicizia e per i gemelli del gol della Sampdoria da scudetto, che hanno fatto emozionare gli italiani con il loro abbraccio in mondovisione dopo la vittoria della nostra nazionale agli scorsi europei.

Una ballad lenta e di stile classico, ma con un giro armonico che piace sempre e comunque. La sequenza degli accordi utilizzata è molto efficace per ricreare le sensazioni che l’artista ha voluto provocarci. Strumento principale nella prima parte è il pianoforte che con il crescendo del brano vede l’affiancamento del resto degli strumenti utilizzati in un arrangiamento più che giusto. La produzione è la solita alla Piergiorgio Tedesco, un lavoro pulito.

Nelle liriche , il cantautore Torinese, è fine e poetico, un’altro rispetto a quello provocatorio e rockeggiante che ci è capitato di sentire spesso. La sua scrittura è efficace come al solito. Le metafore calcistiche, nella musica italiana, sono state spesso usate anche dai grandissimi della nostra storia. Piergiorgio non si è sottratto al confronto ed ha tirato fuori delle frasi di ottimo livello ed efficacia. Tra tutte ci è piaciuta molto :

“Il destino è un arbitro impazzito

che si inventa un rigore

a tempo scaduto”.

Anche la comparazione tra Fantozzi/Filini e Vialli/Mancini, nel ritornello della canzone, è un lavoro di fine. Frase bella e significativa, dove l’artistica indica che nella forza e nell’unione di un abbraccio di amicizia anche le persone più comuni, magari anche quelle messe nel dimenticatoio della vita, riescono a stare in cima al tetto del mondo.

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