Recensione: Frugo nel frigo di Luca Sammartino. Il piatto rock ‘n roll è servito

Si chiama “Frugo nel frigo” il nuovo tormentone del Clark Kent lodigiano della musica indipendente Luca Sammartino, che da ufficio stampa indipendente si trasforma, passando per la cabina del rock’n roll, a scatenato uomo da palco insieme agli immancabili Fenomeni.

Un plauso, oltre al prodotto finale musicale, va fatto anche alla scelta di marketing adottata dal buon Luca, che su questo piano può essere solo un esempio da seguire.

Il pezzo è provocatorio, contro la (pessima) situazione musicale italiana che ci propina di tutto e di più, con ingredienti scadenti dove conta solo fare numeri. Frugo nel frigo è pasta fatta a mano, è cibo a chilometro zero, genuino e che fa tanto bene alla salute fisica e mentale.

Come detto in apertura, un “tormentone” nel senso più positivo del termine, perchè il riff ed il ritornello ti entrano dentro e non vanno più via. La chitarra (del “Fenomeno” Anfossi) è parte fondamentale in questo pezzo che fonde il punk al rock ‘n roll più puro, avvertito alla grande nell’assolo.

Vocalmente Luca raggiunge e viaggia verso note interessanti che non aveva mai sfoggiato (forse) fin’ora. Non è certo la sua zona di confort ma riesce a rimanere lì su tanto a lungo da farci dimenticare per un attimo che si tratta di un baritono. Quando sporca la voce graffiandola lo fa in un modo tecnicamente corretto.

I cori sono una delle parti più entusiasmanti, fatti a regola d’arte. il finale speri che non finisca mai (scusate il gioco di parole)

Speriamo inoltre che il cameo del buon Antonino Cannavacciuolo (che ha appena ricevuto la terza stella Michelin) sia valso al caro Luca, una bella abbuffata a Villa Crespi…magari con concerto annesso!

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