Recensione di “Wire”, primo album della band A Momentary Lapse Of Happiness

A Momentary Lapse Of Happiness ci conduce in un viaggio straordinario nel cuore del post-rock con il loro album di debutto, “Wire”, rilasciato lo scorso 20 ottobre. Fin dal titolo, l’omaggio a Simon Reynolds e al suo pionieristico utilizzo del termine “post-rock” nella rivista The Wire, suggerisce una connessione profonda con le radici del genere. Questo non è solo un album; è un’esperienza sonora intricata e avvincente che rivela il talento straordinario di questo trio.

Il nucleo della band è composto da Fabrizio Ferazzoli alla batteria e glockenspiel, Filippo Ferazzoli alla chitarra e Alessandro Del Signore al basso elettrico e contrabbasso. La loro maestria strumentale è evidente sin dalle prime note, con una sinuosità e dinamica che si intrecciano in modo magistrale lungo l’intero percorso dell’album. “Wire” è molto più di una semplice raccolta di tracce; è un viaggio sonoro che esplora le emozioni e le ispirazioni legate ai momenti vissuti.

Le composizioni dell’album riflettono un impegno serio verso la ricerca sonora e una scrupolosa attenzione agli arrangiamenti e alla post-produzione. La raffinatezza delle scelte stilistiche e dei suoni utilizzati evidenzia la profonda comprensione della band del linguaggio post-rock. In ogni traccia, emergono strati di significato, narrando storie senza parole ma cariche di sentimenti intensi.

Un punto culminante di “Wire” è l’omaggio ai The Cinematic Orchestra, un gruppo che ha chiaramente influenzato e plasmato l’identità musicale degli A Momentary Lapse Of Happiness. Questo tributo sottolinea la ricchezza delle influenze che permeano l’album, creando un ponte tra il passato e il presente della scena post-rock.

Il singolo “Into the Wild” rappresenta magnificamente il concetto di dinamicità e leggerezza, esplorando emozioni altalenanti e sensazioni vissute. È un punto focale che cattura l’essenza dell’intero album in un unico brano, dimostrando la capacità della band di comunicare attraverso la musica in modo coinvolgente e potente.

In conclusione, “Wire” non è solo un disco; è un’opera d’arte sonora creata da tre maestri musicisti che, nonostante sia uno strumentale, riescono a dipingere immagini nitide e suggestive attraverso le loro abilità strumentali. A Momentary Lapse Of Happiness ha consegnato un debutto straordinario che promette un futuro luminoso per la band nel panorama del post-rock.

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