Recensione di “Tu tocchi il fondo”, singolo del Collettivo ColliMare

Il Collettivo ColliMare ci consegna con “Tu Tocchi Il Fondo” un brano intenso, cupo e riflessivo, che esplora le profondità dell’animo umano con una spietata onestà. Sin dal primo ascolto, la canzone affonda nelle radici del disagio esistenziale, trattando tematiche oscure come la sofferenza autoimposta e la distruzione altrui come meccanismo di sopravvivenza. È una discesa negli abissi psicologici di chi si aggrappa alla convinzione che solo toccando il fondo si possa trovare la redenzione

Musicalmente, il brano si sviluppa su un tessuto sonoro che rispecchia perfettamente il suo contenuto: atmosfere dense, quasi claustrofobiche, con ritmi che ricordano un inesorabile declino verso il baratro. La struttura musicale, pur non cercando il successo immediato, si fa apprezzare per la sua coerenza con il messaggio della canzone. L’alternanza tra momenti più statici e improvvisi crescendo accompagna il testo in modo suggestivo, lasciando spazio alle parole di prendere il controllo della narrazione emotiva.

L’elemento centrale del pezzo è senza dubbio il ritornello, con la ripetizione ipnotica di *”Tu tocchi il fondo la tua cura”*. È una frase che, nelle sue poche parole, racchiude un intero mondo di sofferenza e ricerca di guarigione. Qui, il Collettivo ColliMare riesce a condensare la contraddizione di chi, nel proprio dolore, cerca sollievo attraverso l’autodistruzione. La ripetizione martellante diventa una sorta di mantra, enfatizzando l’idea che, per alcuni, il fondo sia l’unico modo per trovare un’improbabile via d’uscita.

Il testo si muove agilmente tra immagini forti e metafore potenti. “Questa è la legge del più forte / in mezzo ai lupi stai certo non ti salverai” parla di un mondo brutale, dove la lotta per la sopravvivenza diventa una trappola mentale. Si percepisce il senso di inevitabilità, come se ogni tentativo di risalita fosse destinato a fallire, con “un plotone che cancella un nome” che suggerisce l’annullamento della propria identità. Eppure, c’è una consapevolezza che emerge nei versi finali: “Dal fondo riemergo estate ed inverno”, una frase che lascia intravedere un barlume di speranza, sebbene amaramente riflesso nei segni indelebili lasciati dall’esperienza.

Il Collettivo ColliMare si avvale di un uso sapiente della parola e della metafora, ricordando vagamente le liriche criptiche ma incisive della scena alternative italiana degli anni ’90 e primi 2000. Il flusso dei versi è frammentato, talvolta spigoloso, ma ciò riflette perfettamente l’angoscia e l’inquietudine che la band vuole trasmettere. Non c’è una narrazione lineare, bensì una serie di riflessioni che si avvolgono su se stesse, proprio come accade nella mente di chi sta affrontando la discesa verso il fondo.

In conclusione, “Tu Tocchi Il Fondo” è un’opera che non fa concessioni e richiede un ascolto attento. È un viaggio nei meandri dell’animo umano, un’esplorazione dell’autodistruzione come falsa via di guarigione, con un messaggio chiaro: la redenzione non arriva mai colpendo gli altri o se stessi, ma con il coraggio di affrontare la vita in tutta la sua crudezza. Un brano che lascerà il segno su chi è disposto a immergersi nella sua profondità.

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