Cutro mette a nudo la sua anima in un brano intenso e avvolgente, che esplora il confine tra solitudine e resilienza. Con “L’ultimo pezzo di me”, l’artista offre un viaggio introspettivo che si muove con grazia tra dolcezza e amarezza, rendendo tangibile quel fragile equilibrio che accompagna le emozioni più profonde.
Il brano nasce da un’esperienza personale, ma riesce a toccare corde universali. La solitudine, qui, non è un vuoto da temere, ma uno spazio in cui affrontare le proprie fragilità. Cutro ci invita a riflettere sulla capacità delle emozioni di essere al tempo stesso negative ma non necessariamente distruttive. Questo contrasto emerge sia nel testo che nella musica, creando un mix emozionale che cattura l’ascoltatore fin dalle prime note.
Il comunicato stampa parla di un sound influenzato da artisti come Coez e Gemitaiz, e il risultato è un’atmosfera intima che si colloca tra lo spoken word e la melodia. La delicatezza dell’arrangiamento non sacrifica però l’impatto emotivo, ma lo esalta. La produzione mantiene un ritmo leggero e avvolgente, lasciando che il testo si erga al centro della scena.
Il testo si sviluppa attorno a un viaggio di autoanalisi, con immagini forti e simboliche che catturano l’immaginazione dell’ascoltatore. L’immagine iniziale, “bruciare foto di notte,” evoca il dolore di un passato che si cerca di lasciar andare. Qui, la foto non è solo un oggetto, ma un frammento di memoria che brucia per liberarsi dal peso dei ricordi.
La solitudine, descritta come un possibile rimedio o una condanna, è un tema centrale: “questa solitudine mi potrà curare oppure solo cancellare tutte le vite che ho.” La dualità è palpabile, mostrando come l’artista oscilli tra speranza e disillusione.
Il ritornello, “sento che qua è dove nascondo i miei guai,” rappresenta il cuore emotivo del brano. C’è un senso di rifugio, ma anche di conflitto, in un luogo simbolico in cui convivono fragilità e forza. La frase “Io posso cercarla da te o nell’ultimo pezzo di me” suggerisce che la guarigione può venire sia da una connessione esterna che da una riscoperta interiore.
Cutro riesce a rendere il testo universale, pur mantenendo una forte impronta personale. Le immagini di “disegni sopra i vetri appannati” e “una vecchia cassetta risuona” evocano una nostalgia che fa da cornice al tema dell’elaborazione del passato.

“L’ultimo pezzo di me” è una canzone che lascia il segno. Cutro riesce a trasformare la propria introspezione in un’esperienza condivisa, offrendo agli ascoltatori uno spazio per riflettere sulle proprie emozioni. Con un testo evocativo e una produzione accattivante, il brano si posiziona come una delle sue opere più significative, confermando il talento di un artista in continua evoluzione.
Questo singolo non è solo una canzone: è un invito a ritrovare frammenti di sé attraverso la musica.

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