Recensione di “f.lli giordano” primo album della band omonima

Il panorama musicale contemporaneo ci ha abituati a una miriade di produzioni, ma raramente ci si imbatte in un album che, pur nella sua essenzialità strumentale, riesce a catturare con tanta intensità l’essenza della quotidianità e delle memorie del passato. “f.lli giordano”, album omonimo della band formata da Giulio, Andrea, Michele e Cristian, è una di queste rarità.

Questo lavoro, composto da otto tracce strumentali, si distingue per la sua capacità di evocare immagini nitide e profonde attraverso la musica. Ogni brano è una fotografia sonora, un frammento di vita quotidiana che richiama con malinconia e dolcezza “gli anni che furono”. L’intera opera sembra muoversi in un flusso continuo di emozioni, raccontando storie senza l’ausilio delle parole, affidandosi unicamente alla potenza evocativa del suono.

Il quartetto di strumenti — una chitarra, due bassi, e una batteria — si fonde perfettamente, dando vita a una serie di incastri sonici che alternano momenti di frenesia e distorsioni graffianti, tipiche del math rock e del post-rock, a pause contemplative e delicate. I dialoghi musicali che emergono sono a volte taglienti, altre volte dolcemente armoniosi, creando un equilibrio che si percepisce attentamente costruito, ma mai forzato.

La produzione dell’album è stata condotta con intelligenza e attenzione al dettaglio. Registrato in presa diretta, in luoghi tanto intimi quanto suggestivi come la loro sala prove o all’aperto, nei campi, il disco riesce a catturare la dimensione performativa della band, quella naturalezza che solo il contatto diretto con la musica dal vivo può regalare. Questo approccio conferisce all’album un senso di autenticità palpabile, come se l’ascoltatore fosse lì, accanto ai musicisti, a vivere ogni singola nota.

Ogni brano si sviluppa come un racconto, con una narrativa implicita che si snoda attraverso le variazioni ritmiche e melodiche. Le chitarre disegnano melodie che si intrecciano e si sovrappongono con eleganza, mentre i bassi aggiungono profondità e spessore, sostenendo e arricchendo l’impalcatura sonora. La batteria, pur essendo discreta, svolge un ruolo fondamentale: sa quando esplodere in un assolo travolgente e quando invece spegnersi, lasciando spazio ai cantati di tromba che, come un soffio di vento, aggiungono un tocco di malinconica poesia.


In definitiva, “f.lli giordano” è un album che funziona alla perfezione: un progetto che dimostra non solo una grande abilità tecnica, ma anche una profonda sensibilità artistica. Le otto tracce non sono semplicemente pezzi musicali, ma veri e propri quadri sonori, capaci di trasportare l’ascoltatore in un viaggio nel tempo e nello spazio, facendo riaffiorare ricordi e emozioni che pensavamo di aver dimenticato. Un debutto straordinario che non può passare inosservato nel panorama della musica strumentale italiana.

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