“È tutto sbagliato” di Raspa si presenta come una riflessione cruda e irriverente sul malessere sociale contemporaneo, espressa con una forma musicale che mescola introspezione e denuncia. La canzone, che nasce da un flusso spontaneo di pensieri durante una notte insonne, non si limita a descrivere la frustrazione dell’autore, ma si trasforma in un manifesto di ribellione contro l’ipocrisia e le ingiustizie della società odierna.
L’incipit della canzone “Pentirsi della propria vita non ci sta” è un grido di liberazione. L’autore rifiuta il concetto di rimorso e pentimento, esortando l’ascoltatore a non soffermarsi sugli errori passati ma a trarre insegnamenti dalla propria esperienza. L’uso del ritmo ossessivo, con il suo “ta ta ta”, rimanda a una frenesia interiore, a una presa di coscienza che non lascia spazio a compromessi.
Il brano prosegue con una critica feroce alla società che giustifica i pregiudizi basati su superficialità e differenze esteriori, come l’abbigliamento o la nazionalità. Raspa denuncia la disuguaglianza sociale, soprattutto nei confronti degli immigrati, che vengono spesso etichettati come “delinquenti” senza una reale comprensione delle cause che li spingono a determinati comportamenti. La frase “Soffocarsi in un ambiente dove non ci sta tanta libertà / Aumentano le probabilità di fare reati” è un chiaro riferimento alla condizione di emarginazione che alimenta la criminalità, suggerendo che la mancanza di opportunità e la sofferenza quotidiana possano condurre all’illegalità come unica via di sopravvivenza.
La parte centrale del testo evidenzia il contrasto tra l’immagine di sé e quella imposta dalla società: “Giudicami x questo mio abbigliamento / Che magari forse dopo ti accontenti”. Raspa esprime un rifiuto deciso verso la superficialità dei giudizi basati sull’apparenza, sottolineando che l’autenticità e l’essere sé stessi sono valori ben più importanti.
Un’altra tematica rilevante emerge nella strofa finale, dove l’autore riflette sul concetto di moralità e integrità. “Non siamo corrotti / Non siamo distratti / Anche se non c’ho i soldi / Non ammazzo gli altri”, è una rivendicazione di onestà e resistenza, pur in un contesto che spinge alla corruzione e alla violenza. Raspa mette in luce la dignità di chi, pur essendo emarginato e privo di risorse, non cede alla tentazione di cedere ai compromessi morali.
Musicalmente, “È tutto sbagliato” si caratterizza per un mix di sonorità contemporanee e un ritmo incalzante che accentua la tensione del testo. La ripetizione del “ta ta ta” nel ritornello, con il suo effetto ipnotico, rinforza l’idea di una società che gira su sé stessa, incapace di evolversi. La scelta di usare un linguaggio crudo e diretto, unita a una struttura musicale semplice ma potente, contribuisce a rendere il brano accessibile ma al contempo d’impatto. Raspa riesce a bilanciare la durezza del messaggio con la potenza di un sound che non lascia spazio a interpretazioni troppo leggere.

“È tutto sbagliato” è una canzone che, pur nella sua apparente immediatezza, cela una riflessione profonda sulla condizione umana e sociale. Raspa non si limita a descrivere il disagio, ma lo affronta con coraggio, sfidando le convenzioni e mettendo in discussione i meccanismi di giudizio e discriminazione che governano la nostra società. Con una scrittura schietta e senza filtri, il brano trasmette un messaggio di liberazione e speranza, invitando l’ascoltatore a riflettere sulla propria posizione nel mondo e a non arrendersi di fronte alle ingiustizie.
In definitiva, “È tutto sbagliato” non è solo una denuncia sociale, ma un invito a vivere senza rimorsi, a non piegarsi alle regole imposte, e a non rinunciare mai alla propria integrità.

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