Recensione di “Cruore” nuovo album del romagnolo Andrea Mantis

Un artista particolare, ingegnoso e tormentato. Parliamo di Andrea Mantis, romagnolo DOC, fuori con il suo ultimo album “Cruore” il terzo della sua carriera. Il disco vede tantissime collaborazioni con artisti di generi diversi, dal rap al metal, che rendono l’album un lavoro in 8 tracce molto variegato.

In maniera complessiva, questo album è prodotto e suonato molto bene ed in maniera interessante, e ci fa molto piacere che venga dato risalto anche alla musicalità ed alla ricerca dei suoni nel lavoro di un artista “cantautorapper” in cui i testi devono avere il primo piano tutto per loro. Recepiamo invece i testi e la musica su un unico grande primo piano, e questo è un grande punto di forza. Inoltre è stato cantato molto egregiamente da tutti gli artisti che sono intervenuti.

“Cruore” è un viaggio tra le luci e le ombre della vita, come ci ha anche raccontato lo stesso Andrea, ma il disco è sempre alla continua ricerca di luce, anche quando tratta temi esclusivamente ombrosi.

La title track apre l’album e vede la collaborazione con Roberto Rossi e la produzione di The Silvestri. E’ il brano più cupo del disco e ci arriva questo senso di malessere, sia attraverso le parole che attraverso la base minimale ma che riesce a riempire a punto giusto, dove gli archi ed il pianoforte creano sensazioni forti.

Pezzi di noi” e “Il sole all’orizzonte” sono tracce che trattano l’argomento “rapporto di coppia” ma in chiave di abbandono. La prima vede la collaborazione con Michelle Lanzoni, quella seguente con Manuel Rossi e Kheel. Se “Pezzi di noi” ha un sound decisamente più pop, “Il sole all’orizzonte” si muove tra il rock e l’hip hop.

LividiBrividi (con Caprae Caput) è un altro pezzo che si guarda profondamente dentro, dove la parola va a toccare punti scoperti. Forse è la traccia musicalmente meno esplosiva ma con un significato letterario molto forte.

Certe volte (con Roby & Manu) è un altro pezzo scritto molto bene. Non ci si sente mai apprezzati nel mondo, questo è il tema, ma è affrontato con una poetica davvero molto buona.

Pastelli a cera vede la collaborazione di un duo che già conosciamo, gli Skyline Overdrive, che si fanno riconoscere dalla prima nota, di chitarra elettrica distorta. Qui ci si muove forte sulla sedia!

Kintsugi (con aNèR e TRU) è un pezzo di cui avevamo già chiesto ad Andrea nella nostra intervista perchè ci aveva colpito. La canzone tratta il tema del bullismo, prima in maniera implicita, attraverso un dialogo, per poi esplicitarlo alla fine.

Chiude l’album la canzone “Ago e filo“. Il brano vede la partecipazione dei Elvereth Ann. Questa traccia di chiusura può essere interpretata da ognuno in modo personale. Di sicuro le atmosfere (in certi casi quasi orientali) rendono questo brano più di una semplice canzone. Ci sembra quasi un mantra, una formula magica.

Per concludere, “Cruore” è un lavoro molto molto ampio, versatile e sensibile. A tratti rischioso ma sicuramente ne è valsa la pena

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