“Cose che non ho detto” di Vandal Zoo è un viaggio introspettivo che mescola vulnerabilità, riflessione e un approccio lirico potente. Il brano si colloca in una dimensione emotiva, affrontando il tema del non detto, di ciò che resta chiuso dentro e che, pur silenzioso, pesa come un macigno. Con una produzione sobria ma efficace, Vandal Zoo lascia che sia il testo a catturare l’attenzione, ponendo il pubblico faccia a faccia con le proprie introspezione.
Il testo si sviluppa su una base confessionale, come un flusso di pensieri che prende forma in un dialogo interiore. Vandal Zoo affronta temi universali come la paura di esprimersi, il rimpianto e il bisogno di accettazione, con una profondità che invita all’empatia.
Il brano si apre con l’immagine evocativa di parole chiuse in un cassetto, mai esposte alla luce del sole. È una metafora potente che suggerisce il carico emotivo delle parole non espresse, rimaste intrappolate tra paura e incertezza. L’autore descrive questa condizione come un atto di protezione tanto per sé quanto per l’altro:
“quante cose che non ti ho detto / cose che non vorresti sentire mai”.
Questa dualità tra il desiderio di aprirsi e il timore delle conseguenze si ripete lungo tutto il brano.
Uno dei punti più forti del testo è il tema del confronto interiore, evidenziato da versi come:
“ma non paragonarmi agli altri / se è solo con me stesso che poi devo confrontarmi.”
Qui, Vandal Zoo abbandona il bisogno di validazione esterna e pone l’accento sulla lotta personale per accettarsi, un processo che richiede onestà e coraggio. Il rapporto con lo specchio diventa simbolo della necessità di guardarsi dentro, anche quando il riflesso non è lusinghiero.
Il brano affronta l’amore con un approccio maturo, riconoscendone la natura non esclusiva e sfidando l’idea romantica tradizionale:
“l’amore non è un’esclusiva / e non è solo ordinare pensieri in rima.”
Vandal Zoo sembra voler dire che amare non significa idealizzare l’altro o vivere in un mondo di versi poetici, ma affrontare le proprie imperfezioni e quelle del rapporto.
La chiusura del testo introduce una nota di riflessione e autocontrollo:
“parole come proiettili / ti faranno effetto / lascio stare il grilletto.”

Le parole non dette sono paragonate a proiettili, suggerendo il loro potenziale distruttivo se liberate senza filtro. La decisione di lasciare il “grilletto” indica una consapevolezza di quanto sia importante scegliere i momenti e i modi giusti per comunicare.
-La produzione, seppur sobria, è ricca di dettagli che enfatizzano le emozioni del brano. La voce dell’artista si muove tra fragilità e forza, con un’interpretazione che colpisce per autenticità. Ogni parola sembra pesata e sentita, donando profondità al racconto.
“Cose che non ho detto” non è solo una canzone, ma una confessione aperta che invita l’ascoltatore a riflettere sulle proprie paure e omissioni. È un brano che si colloca in un territorio tra poesia e terapia, capace di creare un ponte tra il mondo interiore dell’artista e quello di chi ascolta. Vandal Zoo dimostra di avere una grande capacità narrativa e un’abilità nel tradurre emozioni complesse in parole e musica. Una traccia intima, ma universale, che lascia il segno.

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