Nivra ci racconta il suo nuovo singolo “Condor”

Nivra presenta “Condor, il suo nuovo singolo disponibile su tutti i digital store dal 31 gennaio. Il rapper apre il nuovo anno con un freestyle più spensierato della precedente “Cinema”. Beat accattivanti e un flusso di pensieri che va, si lascia andare.Condor” è un brano nato come flusso di coscienza e che non vuole raccontare un argomento specifico, essendo stato concepito e scritto come un freestyle.

Il brano si divide in due parti, la prima strofa che è quasi interamente improvvisata ha una componente auto celebrativa che richiama alcuni elementi canonici del rap, ma allo stesso tempo li ironizza e li stravolge collegandoli a esperienze reali di vita personale, trasformando dei cliché in un racconto vero e proprio, attraverso delle anglofonie e dei giochi di parole.

Ecco cosa ci ha raccontato!

https://open.spotify.com/intl-it/album/1FrMnLDsvp81u47lNYg4Bo

Il titolo “Condor” evoca un senso di libertà e di altezza. Perché hai scelto proprio questo nome?

Mi sono ispirato alla poesia di Pablo Neruda “El Condor”, il cui significato racchiude proprio il profondo senso di libertà rappresentato dall’animale stesso.

Il rap spesso segue strutture precise, ma in “Condor” sembri giocare con la forma. Quanto è importante per te rompere gli schemi?

Per me molto, nella prima strofa in particolare ho voluto richiamare lo stile dei “The Jaz” giocando molto con incastri e suoni onomatopeici. In generale tutta la canzone vuole decostruire i clichè del rap attuale ironizzandoli.

Se dovessi descrivere la tua evoluzione artistica con tre parole, quali sarebbero e perché?

Personale, Profonda e Ricercata.

Personale perché ciò che scrivo deriva dalle mie esperienze o dal mio inconscio che crea immagini nella mia testa che necessitano di essere rappresentate.

Profonda perché non conosco un linguaggio diverso dalla profondità per comunicare quello che sento.

Ricercata perché c’è uno studio e una ricerca dietro a ogni citazione che volutamente o necessariamente non vuole essere di facile interpretazione.

“Cinema” e “Condor” sembrano due lati diversi del tuo approccio alla musica. Ti senti più a tuo agio nel raccontare storie o nel lasciarti andare all’istinto?

Mi sento a mio agio in entrambi i casi, dipende molto da come mi sento in quel momento, la scrittura per me è sempre un processo molto spontaneo e non è mai deciso a tavolino. La necessità che ho di esprimere un pensiero o un sentimento determina la mia scelta formale effettiva.

Hai un rituale o un’abitudine particolare quando scrivi o registri musica?

Quando scrivo preferisco essere solo di norma o al massimo in compagnia del mio produttore, per poter stare immerso e a stretto contatto con i miei pensieri senza interferenze.

Quando registro mi piace portare in studio i miei amici fidati per avere un confronto e più feedback possibili, voglio creare un ambiente familiare e di crew perché credo che il successo derivi dalla condivisione e dal lavoro di squadra.

Se potessi dare un consiglio al te stesso che ha iniziato a fare rap, cosa gli diresti?

Di essere ancora più determinato, di non farsi scalfire da chi ti vuole buttare giù o da chi ti vuole convincere che non ce la farai, di lasciarsi andare e di lasciare andare senza mai mollare.