Intervista: ‘Mi Fidavo’, il nuovo singolo di Poti: “La musica mi ha sempre aiutato a comunicare a chi volevo”

Benvenuto Poti su Fuori La Scatola per parlarci delle tue ultima uscita! Nel tuo nuovo singolo “Mi Fidavo” affronti tematiche legate all’adolescenza e alla mancanza di fiducia nel prossimo. Puoi raccontarci di più su come queste esperienze personali hanno influenzato la tua musica e le tue scelte artistiche?

Ho sempre dato fiducia all’altro fino a quando non mi dava prova di non meritarla. Non è anzi una questione di meriti ma di valori che soprattutto in strada ho imparato: rispetto, curiosità e voglia di comunicare. Oggi spesso ci sentiamo a disagio ad esprimerci e anche i più giovani non si aprono su molti aspetti. La musica mi ha sempre aiutato a comunicare a chi volevo a farmi aprire e a far capire i miei pensieri, senza dover chiedere prima l’attenzione, me la sono presa e basta.

La tua collaborazione con il produttore GRD a.k.a Erdi G ha portato ad una produzione rigorosamente Trap per “Mi Fidavo”. Come hai deciso di combinare la dolcezza delle tue melodie con l’amarezza e la schiettezza dei testi?

La musica mi ha sempre permesso di rendere dolci le emozioni più dure. Ogni strofa in generale racconta cosa ho provato e la dimostrazione che ho reagito. Gabriele Erdi è giovane e tuttavia riesce a interpretare realtà di strada, più dure come quella raccontata dentro ‘Mi fidavo’ e appena abbiamo ascoltato il Master non avevamo dubbio che avevamo trovato l’equilibrio perfetto.

“Mi Fidavo” segue il successo del tuo primo singolo, “Rumore”. Quali sono gli elementi che consideri distintivi della tua musica?

Abbiamo notato a studio di registrazione che cambio spesso tematiche durante una traccia, poche volte navigo in una sola storia. Per ogni testo cerco di ricordare e frammento i ricordi anche di altri episodi. Credo la varietà delle tematiche affrontate in ogni singolo è la mia sfumatura distintiva.

Nel panorama musicale attuale, la trap ha guadagnato molta popolarità. Come riesci a distinguerti e ad aggiungere il tuo tocco personale a un genere così diffuso?

La Trap  per me è di uno solo: SFERAEBBASTA. Ho tatuato il suo tag e ho intitolato una canzone a suo nome, è come se l’avessi capito in ogni pezzo. Mi ha sempre fatto sentire qualcosa, già prima che sfondasse è uno tra i miei preferiti.

Io ho persone care attorno che non condividono più questo percorso di crescita artistica con me che dicono lo stesso..di sentire scuotere mentre canto.

Il mondo comunque non è mai troppo occupato per nessuno!

Qualche spoilerino sul proseguimento musicale di questo 2023?

Siamo pieni di nuovi pezzi con Ikigai Studio e in un periodo come questo dove le uscite di nuovi Artisti emergenti sono dietro l’angolo, credo di poter essere notato. Non ho sogno più grande che emergere, non per essere famoso, ma per sentirmi finalmente me!

Come nostro solito lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!

Io vorrei che ogni persona che sente la mia musica, mi capisca. Che ogni parola é frutto di paura,forza ed emozione. 

Credere in un sogno non così tanto facile é  possibile ancora tra tanti e poter ricordare alle persone che si lasciano alle spalle tanta di quella bellezza, che si puó sempre esplodere se cerchiamo il nostro colore, in ogni mestiere,arte e sport.  La musica mi ha dato un sogno così grande a cui non posso smettere di credere e nasce tutto scrivendo un testo su un pezzo di carta.

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