Intervista: gli ‘Elettrica’ si raccontano in vista di un nuovo progetto

Gli “Elettrica” sbarcano su Fuori La Scatola per questa nuova intervista. Benvenuti ragazzi! Partiamo col chiedervi di farvi conoscere ai nostri lettori: raccontateci quando e come è nata la vostra band

Ciao e grazie dell’opportunità, sai, la fuori è dura e non sempre è facile riuscire a raccontare la nostra storia. 

La band in sé, è piuttosto giovane: siamo “nati” a fine estate del 2022, per poi cominciare con i primi Live a Settembre. Ma la storia è molto più complicata di cosí: ognuno di noi arriva da realtà molto diverse e ci siamo incrociati per pura casualità, una sorta di colpo di fulmine musicale, se ci passate il termine: ci è bastato suonare una volta insieme e abbiamo capito che non dovevamo fermarci più. Ci siamo resi conto fin dall’inizio che il bagaglio che ci portavamo dietro tutti e tre era un mix perfetto di passione ed esperienze frustranti, chi lavorava in radio da precario, chi tornava da un viaggio all’estero durato quasi tutta una vita per scappare da se stesso, chi si trovava bloccato in situazioni economiche troppo tipicamente Italiane.

Ci siamo guardati e abbiamo detto: “qui abbiamo qualcosa da dire”.

Siete molto attivi nei live. Abbiamo visto i vostri video e portate una energia pazzesca. Quali sono i vostri musicisti di riferimento fa cui traete ispirazione? Sia italiani che stranieri 

Siamo molto attivi nei Live perché il punto della musica secondo noi è proprio la performance dal vivo. Abbiamo imparato dai migliori: in fondo, prima di musicisti siamo sempre dei grandi fan. Per quanto riguarda l’Italia abbiamo sempre seguito con grande interesse il lavoro di band come I Ministri, Verdena, Afterhours, Tre Allegri Ragazzi Morti, Sick Tamburo, Teatro degli Orrori ma anche band più recenti e di altri generi. Quello che ci trasmettono queste band non sono solo una serie di canzoni da cantare a squarciagola, ma un mood generale che rendeva i loro concerti un’esperienza unica, da vivere tutta in un colpo solo in una serata magica.

Parallelamente una grande influenza è arrivata dall’estero, in particolare da Londra e il suo brit-rock alla Arctic Monkeys, libertines e mille altri anche perchè il nostro cantante ci ha vissuto e suonato per parecchio tempo ed è venuto a contatto con realtà incredibilmente avanti rispetto a quelle della nostra penisola. Poi c’é tutto l’indie rock americano con band come i The Strokes, che in fondo possiamo dire che hanno influenzato un po’ il mondo intero.

Se gli Elettrica dovessero descriversi con un solo aggettivo quale sarebbe e perché?

Istintivamente ti risponderemmo con qualche aggettivo rockeggiante, tipo “rabbia” o “energia” e sicuramente ci potrebbe stare.

Ma ripensandoci bene, la prima frase della canzone del nostro primo singolo DEMO comincia con “il fatto é che sei fragile”

Ecco, fragilità. 

Un aggettivo poco rock, e forse, poco attraente. Ma è qualcosa che ci accomuna tutti. La nostra musica nasce da un bisogno, più che una semplice voglia. Ci scherziamo su e diciamo che è una malattia. E parte tutto dalla nostra fragilità, dalle paure e dalle difficoltà di inserirsi in un mondo che forse, dopotutto, non ci appartiene. Non ci vuole. Il fatto é che siamo tutti un po’ fragili, ma non deve essere un limite a fare quello che vogliamo. E la forza, l’energia, la rabbia, sono solo una conseguenza dell’andare avanti nonostante tutto, soprattutto nonostante noi stessi.

Parliamo di inediti: partecipate tutti al processo di scrittura? Come nascono di solito le vostre canzoni?

A settembre siamo partiti con il turbo: avevamo bisogno di suonare in giro il piú possibile e respirare un pò della atmosfera musicale Milanese. Per questo motivo abbiamo subito messo in scaletta undici pezzi che si portava dietro il nostro cantante dai tempi di Londra. I testi li abbiamo cambiati completamente, scrivendoli insieme in Italiano, perché non ci sembrava sensato continuare la comunicazione in lingua straniera, per quanto funzionassero bene i pezzi.

 Andando avanti con i mesi però, la personalità di ognuno dei membri ha iniziato a uscire sempre di più e le canzoni hanno iniziato a prendere un sapore diverso e più accattivante. Quindi abbiamo lavorato sempre di più sul cercare dei punti in comune e mandare il messaggio giusto: raccontare una storia che rappresentasse tutti noi. Chissà se ci stiamo riuscendo: venite a un Live cosí ce lo raccontate.

Dopo 4 singoli pubblicati in versione Demo state per entrare in studio per un progetto più ampio e con un direttore d’eccezione: siamo tutte orecchie, parlateci di questa novità!

La conoscenza di Davide Autelitano é stata una fantastica notizia in un brutto momento. Mai ce lo saremmo aspettato. Avevamo appena finito di suonare una serie di concerti invernali e stavamo andando alla grande per essere un piccolissimo gruppo agli inizi. Ma poi è successa una banalità che ci ha bloccato: 

il nostro bassista si è rotto un polso. 

Questo fermo obbligato è stato terribile. Ci sentivamo carichi al massimo, una bomba a orologeria, senza però la possibilità di sfogarci. Abbiamo anche dovuto cancellare alcune date importanti e guadagnate con grande difficoltà.

Scattò una grande frustrazione e iniziarono dubbi esistenziali di ogni tipo. E poi le 4 DEMO prodotte a budget zero “per iniziare” avevano uno stile che già dopo quei pochi mesi ci sembrava stessimo superando. 

Così un giorno, senza neanche l’idea di fare un progetto insieme, Dami (il cantante) che è sempre stato un superfan, ha scritto al Divi per chiedergli se potessero vedersi per qualche consiglio su come migliorare il sound. Lui ha accettato. Si sono confrontati, abbiamo fatto qualche prova in saletta e quando arrivò la sua proposta di farci da produttore artistico, non ci credevamo. Ricordo che la risposta di Dami al telefono fu “ma si può fare veramente sta cosa? É davvero una possibilità?”

Te l’avevamo detto che siamo fragili, dopotutto. 

Come sempre lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista ai nostri ospiti. Potete ora lanciare un vostro messaggio o rispondere alla domanda che avreste voluto ma non vi è stata fatta!

La domanda che ci farei, e che ci fanno in tanti ultimamente é: come fate a trovare così tante occasioni per suonare Live?

Sicuramente trovare concerti dove suonare e farsi conoscere è una delle cose piú difficili ma allo stesso piú importanti per una band. 

Non crediamo ci siano ricette particolari, ma anzi solo tanto, tanto, tanto impegno. 

A noi non pesa, forse perché siamo dei pazzi. Abbiamo un batterista che di giorno lavora in radio alle sue #freshnights di radiopopolare, di sera viene con noi a vedere le altre band, e la notte va a lavorare al MacDonald per tirare su i soldi per la sala prove. Abbiamo un bassista che lo scorso Venerdì, dopo il concerto a OstelloBello e il recupero di tutta la strumentazione alle 4 di mattina, alle 6.00 ha aperto il bar in cui lavora. 

Il cantante lavora direttamente di notte, dopo i concerti, almeno lui é freelance e ha un minimo di flessibilità.

 E poi siamo sempre in giro a vedere altre band come la nostra. A conoscere, imparare e apprezzare la scena musicale. Siamo venuti a conoscenza di gente splendida e musicisti incredibili che rimangono nell’ombra. Lentamente si crea una community. Certo, le prime volte che ti presenti a un locale ci sarà sempre un muro di gomma e quella sensazione di non essere “voluti”. Ma bisogna insistere, esserci, partecipare, aiutarsi. È un mondo duro ma insieme si può far tutto. Tra le altre cose abbiamo anche iniziato un “collettivo” di band con la stessa idea di impegnarsi al massimo: l’abbiamo chiamato “POGAMITUTTO” e ne siamo entusiasti, nella nostra ingenuità.

Ed è vero che non si guadagnano soldi, è vero che si ricevono moltissimi NO. Ci si consuma, ma cosa possiamo farci? 

Se hai qualcosa da dire, non riesci a fermarti.

CONTATTI

MAIL: elettrica.band7@gmail.com

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