Intervista: Anarchybrain racconta “Nessun passo indietro”

Oggi qui su Fuori La Scatola facciamo due chiacchiere e poniamo due domande ad Anarchybrain. Nome d’arte di Fabio Varrone, Anarchybrain è un cantautore, musicista, speaker radiofonico… insomma, un artista a tutto tondo.

Ciao Anarchybrain, di recente hai scritto una canzone chiamata “Nessun Passo Indietro”. Lasciamo a te la parola per descrivere in breve il forte significato di questo brano…

Ciao Ragazzi! Nessun Passo indietro è un brano contro la violenza sulle donne.

Ho subito stalking due volte da parte di due donne, so cosa significa e da tempo avrei voluto scrivere un brano che parlasse di questo. Purtroppo oggi giorno si sente troppo spesso parlare in tv di donne uccise per mano di uomini violenti, questo non è più accettabile. Dobbiamo arrivare a comprendere che quando un amore finisce o quando in una coppia non si va d’accordo la separazione è una cosa del tutto naturale, si è vero che si può stare male per la perdita di un compagno, ma il mondo è talmente pieno di persone che credo che sia impossibile non incontrare altri partner in un futuro, forse con il quale si potrebbe anche stare meglio. Per quanto riguarda invece uomini con impulsi di violenza, li credo che un supporto psicologico maggiore al riguardo e una tutela maggiore da parte delle forze dell’ordine non sarebbe male. 

Purtroppo la violenza sulle donne è un fenomeno ancora troppo diffuso nella nostra società. Cosa si può fare, secondo te, per arginarlo?

Innanzitutto permettere ai cittadini di intervenire in caso si assista a questo tipo di violenza. Un altro passo potrebbe essere una sorta di custodia domiciliare sorvegliata per le persone che hanno usato violenza sulle donne . Parlarne si può servire, le associazioni anche fanno la loro parte ma la differenza maggiore la fanno le persone che intervengono prima che si commetta una tragedia.

Credi che la musica possa giocare un ruolo importante per far fronte alla violenza?

Forse, anche se la musica spesso viene utilizzata come sottofondo ma se ascoltata nel momento giusto e con attenzione può colpire la coscienza della gente. Un ruolo importante però lo gioca la nostra anima e la nostra umanità che dovrebbe avere il sopravvento sulla mente della gente che a volte agisce prima di pensare, presa da un instinto troppo acceso.

Raccontaci il processo di scrittura del brano: com’è stato? Quando e come è nata la voglia di affrontare questo tema?

L’idea si è concretizzata quando Amadeus in una intervista prima di San Remo 2020 disse: “A volte una grande donna è quella che sa stare un passo indietro ad un grande uomo” mi pare fosse così la frase. Questo però mi fece pensare: “perchè una donna deve indietreggiare? Se lo fa mostra la paura al suo aggressore, quindi NO! Nessuno dovrà mai indietreggiare di fronte al proprio aggressore ma alzare la testa!”. Ho preso la chitarra e subito mi sono venuti fuori gli accordi, erano le 4 di mattina e per la gioia dei vicini mi sono messo a suonare con la mia cagnolina, che purtroppo oggi non c’è più, che mi guardava come per dire: “ma non hai un cavolo da fare a quest’ora?”. Purtroppo io sono così quando ho un’idea devo assolutamente portarla a termine entro breve altrimenti rischio di dimenticarla.

Infine, se potessi dare qualche consiglio ad un giovane musicista che si affaccia nel mondo della musica quale sarebbe?

Sii sempre te stesso, sappi che qualsiasi cosa farai, anche la miglior canzone, sarai sempre criticato da chi non ha saputo mettersi in gioco o da chi non ha le palle per esplorare nuovi orizzonti musicali o chi pensa che la musica sia fatta di schemi ben precisi dettatat dagli “esperti di canzoni”. E qui ho citato due grandi: Gian Pieretti con “Pietre” e Pierangelo Bertoli con “A Muso Duro”.