Intervista alle Emsaisi: “Troppe cose” è il loro primo album

Benvenute su Fuori La Scatola alle Emsaisi, protagoniste di questa nuova intervista!

 ll vostro primo album, “Troppe Cose”, è un viaggio attraverso una molteplicità di generi musicali. Come avete conciliato le influenze soul, r&b, urban, indie e cantautorali per creare un suono così ricco e variegato?

“TROPPE COSE” rappresenta un viaggio profondamente personale che in qualche modo riflette l’essenza di ciascuna di noi. Tra testi e sonorità siamo riuscite a fondere le nostre personalità e i nostri caratteri distintivi. Quando abbiamo iniziato a scrivere, ci siamo rese conto delle diverse sfumature musicali che ci identificavano e abbiamo trasformato questa peculiarità in un vantaggio, dando vita a un mondo che abbraccia tutte noi e attraversa vari generi musicali.

Questo processo è avvenuto in modo naturale, come accade tra amiche quando si seleziona la colonna sonora ideale da ascoltare in macchina. Grazie alla nostra diversità, rappresentiamo un insieme di gusti musicali fusi in maniera armoniosa, trasformando così le nostre preferenze in un linguaggio universale che parla a tutti.

La vostra musica sembra trasmettere un’urgenza artistica e una profondità emotiva. Come avete lavorato insieme a Golden Years ed Edoardo Baroni per catturare questa intensità nella registrazione di “Troppe Cose”?

Pietro ed Edoardo hanno giocato un ruolo fondamentale in questo processo creativo, sapendo interpretare perfettamente ciò che desideravamo comunicare e soprattutto come volevamo farlo.  La nostra preoccupazione iniziale era quella di non riuscire a spiegare chiaramente la direzione artistica che avevamo in mente. Con grandissima professionalità, sono entrambi riusciti a decifrare persino spunti molto diversi tra loro, elaborando un prodotto adatto alle nostre esigenze. Ci siamo sentite capite e ascoltate, oltre che accompagnate nella formazione rispettosissima del progetto che avevamo in mente.

Avete descritto l’album come un’esperienza di ascolto intima e sfacciata. Qual è il messaggio principale che sperate che gli ascoltatori traggano da questa intimità e quale aspetto sfacciato della vostra musica volete che risalti di più?

L’album si presenta come un racconto intimo e autentico delle esperienze che caratterizzano la vita di tre ventenni. In questo periodo, ci troviamo immerse in un vortice di stimoli e sensazioni diverse, che spaziano dall’amore all’amicizia, dai litigi alle difficoltà nell’affermare la nostra identità. L’album esplora con sensibilità i momenti di questa fase della vita, cogliendo le diverse necessità che emergono in un contesto complesso e in continua evoluzione.  Ogni brano è una finestra aperta su mondi interiori che si sporgono a vedere l’esterno e lo fanno in maniera sfacciata. Nell’album ci presentiamo come siamo, ma anche come vorremmo essere. Speriamo che a chi ci ascolta arrivi la posizione di preminenza che diamo al racconto interiore, libero da filtri, retorica o lingue già parlate.

Ci date tre aggettivi che descrivono al meglio l’album?

Personale

Sincero

Luminoso

Una curiosità sul nome del vostro gruppo: da dove arriva?

E’ nata da una manipolazione dei nostri nomi ma in realtà non ha un significato preciso, nel tempo glielo abbiamo dato noi: Emsaisi è tutto ciò che riguarda il nostro percorso, il nostro rapporto con la musica ma soprattutto tra di noi. è quella dimensione che ci fa sentire sorelle e che ci fa sentire un’unica cosa quando suoniamo e creiamo musica insieme.

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