Benvenuti SIERRA su Fuori La Scatola! Siamo felici di avere l’opportunità di parlare del vostro nuovo singolo e del vostro ritorno. Cominciamo con la prima domanda che nasce dalla curiosi che ci ha scaricato una vostra dichiarazione: Avete descritto il ritornello di “Ti volevo dire” come un insegnamento derivato dalla fine di una storia d’amore. Potreste condividere con noi quale è stata la lezione più importante che avete imparato dalle vostre esperienze passate?
“Ti volevo dire” è la lettera che non abbiamo mai scritto a noi stessi. Ci siamo fatti coraggio mentre la Sierra prendeva la parola per noi, come un’entità di vita propria. E’ il primo brano che abbiamo scritto dopo una pausa di diversi mesi, e proprio in questa pausa i chiaroscuri sono diventati più evidenti.
Ci siamo sempre sentiti un po’ ai limiti del mondo odierno e la musica è sempre stata una sicurezza. Quando ti trovi però ad affrontare dei momenti di instabilità ecco che anche le certezze alle quali ti appendevi cadono con te. Abbiamo imparato che non ci sono sicurezze assolute neanche nelle nostre più grandi passioni. L’unico insegnamento che abbiamo tradotto è di tenere sempre accesa quella luce del faro interiore, perchè, anche nei momenti più confusi, possa guidarti il più vicino possibile a casa.
Qual è il messaggio che sperate i vostri ascoltatori possano trarre da questo singolo e dalla vostra musica in generale?
Speriamo possano unirsi in quell’abbraccio tra fratelli e sorelle, tra amanti e dannati in amore, tra amici e nemici. Il brano è una ricerca di quella forza che si teme di perdere quando le battaglie cominciano ad essere estenuanti. La Sierra è sempre la terra di tutti, dove il cielo e il mare creano una dimensione musicale dalle mille sfaccettature. E’ così in alto che non viene contaminata dalle impurità esterne. Ascoltarci è come entrare in una riserva musicale protetta.
Avete recentemente rilasciato tre singoli apprezzati prima di “Ti volevo dire”. Come si collega questo nuovo brano alla vostra evoluzione musicale? Possiamo aspettarci una direzione diversa nel vostro sound o delle nuove influenze nel prossimo futuro?
Il trittico Carpe Diem, Poseidon, Solitudine necessitava di una chiusura Pop leggera, ma che non si discostasse troppo dai temi che avevamo trattato in precedenza. In futuro ci piacerebbe scontrarci in un progetto più sostanzioso. Nei nostri piani c’è sicuramente la realizzazione di un primo disco ufficiale dove sviluppare un discorso completo su ciò che siamo e quello che rappresenta la Sierra come entità.
Il vostro tour estivo è iniziato con un sold-out a Roma. Come state vivendo questa esperienza di tornare sul palco dopo un periodo di pausa?
Siamo molto emozionati nel poter finalmente offire ciò che è per noi l’aspetto fondamentale del nostro lavoro. Il contatto con le persone è la linfa che nutre le nostre vene. Stiamo cercando di raggiungere più città possibile nei prossimi 2 mesi. Ci divertiremo molto.
La vostra esperienza come finalisti di X Factor Italia ha sicuramente avuto un impatto sulla vostra carriera musicale. In che modo avete lavorato per sviluppare il vostro stile e la vostra identità artistica dopo il programma televisivo?
Siamo sempre in studio a cercare ciò che ruota intorno ai nostri temi narrativi principali. La nostra identità artistica è radicata a qualcosa che non muterà mai, la nostra zona, i nostri vissuti, le persone che incrociamo sul nostro cammino. Il racconto che facciamo è importante che non si snaturi e che non venga divorato da logiche di mercato insulse o dalla ricerca di questo o quel riflettore.
Come di routine su Fuori La Scatola, lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista a disposizione dei nostri ospiti. Potete ora lanciare un vostro messaggio o rispondere alla domanda che avreste voluto ma non vi è stata fatta!
La Sierra è sempre con voi. Rendete questo mondo migliore di come lo avete ereditato.
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