Safarã bentornati su Fuori la Scatola. Siete un gruppo molto prolifico e questo è il turno di “Squisio”. Come nasce questa canzone?
Morla: Nasce da “una storia vera”. Una ragazza mi fece perdere un po’ la testa. Stavo senza dubbio attraversando un periodo particolare, e magari il tutto si è facilmente amplificato. O forse era davvero amore, non lo saprò mai. Una cosa è certa, mi sembrava di vivere un bel film, dove si sa che tutto è appunto amplificato, sia il bene che il male. Non mi importava se sarebbe finita da lì a poco, vivevo serenamente questa consapevolezza. Quello che poi ne è uscito sono semplicemente le sensazioni che provavo in quel momento.
Fede: per quanto riguarda la nascita SQUISItamente musicale di “squisio”, Morla se ne uscì qualche estate fa con il tema musicale che c’è all’inizio della canzone. Lui stesso ammette di non ricordarsi come sia venuta fuori quella strana successione di note, che però ci è subito sembrata affascinante e misteriosamente anni 90′. Da lì è iniziato lo sviluppo della strofa e poi, faticosamente, anche del ritornello (i ritornelli sono il nostro tallone da killer).
La frase “possiamo anche fumarci il tempo, tanto il tempo fuma sempre noi” aggiunge un tocco poetico al brano. Qual è il significato di questa metafora nel contesto della vostra musica?
Morla: Quando viviamo situazioni belle e intense, bisogna sapersi lasciare andare, soffermarsi, rallentare, e farsi anche bruciare a volte dalle emozioni che si provano. Una sigaretta decidiamo noi quanto farla durare o no, dipende solo da quanto vuoi che bruci. Velocemente o lentamente, anche se sai che rimarrà solo la cenere alla fine.
Ci date 3 aggettivi per questo brano?
Morla: Romantico, seducente, solitario.
Come Safarā, avete creato un’esperienza musicale che va al di là dell’amore stesso. In che modo il vostro approccio alla composizione e all’interpretazione contribuisce a creare connessioni emotive profonde con il pubblico, andando oltre le convenzioni tradizionali delle canzoni d’amore?
Tom: Ci facciamo trasportare dalla spontaneità, cecrhiamo di rimanere trasparenti e veicolare quello che realmente pensiamo, immaginiamo e viviamo attraverso la nostra scrittura. Ricerchiamo le sonorità, spesso, sulla base del significato che diamo ai testi dei brani, o almeno ci proviamo. L’interconnessione tra la parola e la musica è necessaria per portare l’ascoltatore a vivere quello che viviamo noi!
Lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista ai nostri ospiti. Potete ora lanciare un vostro messaggio o rispondere alla domanda che avreste voluto ma non vi è stata fatta!
Fede: allora rispondo a questa ipotetica ipotetica domanda: Perché il titolo “Squisio”? Qual è il suo significato? Dunque la parola “squisio” è usata nel nascondino per sospendere il gioco nel caso di qualche imprevisto (ad esempio, mi nascondo dietro un cespuglio e vengo punto da un’ape). Morla sostiene che questo termine sia molto conosciuto, mentre da una successiva approfondita analisi socio-antropologica è emerso che in realtà, perlomeno dalle nostre parti, il termine più conosciuto dalle persone e con un significato analogo sia “fiasco”. Comunque, in una versione precedente questa parola era anche nominata all’interno del ritornello, che diceva “sei uno squisio per me, mi sottrai dalla paura di perdere”.
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