Benvenuti Refrain su Fuori La Scatola! “Schiavo (libero)” è un titolo che sembra giocare con il concetto di dualità. Qual è il messaggio centrale che volete trasmettere con questi due brani e come si collegano tra loro a livello di tematiche?
Innanzitutto vi ringraziamo molto per l’opportunità e abbiamo molto piacere a svolgere quest’intervista.
In realtà questi due brani non sono legati a livello di tematica quanto dal punto di vista della sonorità e della composizione, in quanto frutto dello stesso periodo creativo.
Se proprio vogliamo trovare una continuità nelle tematiche, possiamo individuare in entrambi i brani una certa intenzione di uscire dagli schemi e di trovare una propria libertà, fisica o mentale.
Il concetto di “schiavitù” e “libertà” è ampiamente esplorato nella musica e nell’arte. Cosa significa per voi essere liberi o schiavi in questo contesto e come avete cercato di rappresentarlo a livello sonoro e testuale?
Per quanto riguarda “schiavo ma libero” abbiamo voluto esprimere, anche attraverso la struttura poco convenzionale, la volontà di uscire dagli schemi e dalla banalità di una vita pianificata in ogni suo dettaglio. Il brano è un invito ad uscire da questa prigionia a cui ci condanniamo volontariamente.
Caos invece tratta di una schiavitù più introspettiva legata alla proprie emozioni e alla volontà di abbandonare un rapporto ormai deteriorato.
Secondo il nostro punto di vista la peggiore schiavitù è essere prigionieri di se stessi e dei propri sentimenti.
Quali sono state le vostre principali ispirazioni musicali e personali nella creazione di questi brani?
Partendo dal presupposto che le nostre influenze musicali sono molto eterogenee, in questi due brani in particolare ci siamo ispirati al rock anni ’70 e ’80. In particolare in Schiavo c’è ispirazione diretta a “Toys in the Attic” degli Aerosmith per quanto riguarda il riff, e ai Deep Purple per quanto riguarda l’assolo.
La scelta di un EP di due tracce è piuttosto inusuale. Cosa vi ha portato a realizzare un progetto così conciso e diretto? Volevate focalizzare l’attenzione su un messaggio preciso o sperimentare una nuova forma di narrazione musicale?
In realtà non lo abbiamo inteso come un ep bensì come un singolo, quale “schiavo ma libero” con “caos ’24” come b-side e le abbiamo pubblicate insieme per via della loro somiglianza sonora e provenienti dallo stesso periodo artistico.
Parlando di produzione, quali sono stati i momenti più impegnativi o significativi durante la registrazione di “Schiavo (libero)”? Ci sono stati elementi o idee che hanno richiesto più tempo per essere perfezionati?
“Caos” non ha richiesto particolare impegno nella registraziome perché molto più semplice dal punto di vista strutturale. Al contrario, “schiavo ma libero” si è rivelata più difficile del previsto sia per la struttura che per i suoni desiderati. In particolar modo Federico ha svolto una grande ricerca sonora per la sezione di tastiera e chitarra del bridge.
Lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista ai nostri ospiti. Potete ora lanciare un vostro messaggio o rispondere alla domanda che avreste voluto ma non vi è stata fatta!
Vi ringraziamo nuovamente per l’intervista e per l’occasione. Ritornando ai due brani, vi invitiamo ad andare a vedere pure il video realizzato per “Schiavo Ma Libero” sul nostro canale YouTube, in cui potrete riscontrate anche tanti “easter egg” riguardanti le nostre passate canzoni. Teniamo anche a dire che questi due brani fungono da spartiacque tra il periodo creativo passato e ciò che stiamo preparando adesso per il prossimo anno senza spoilerare altro.
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