
Diamo il benvenuto su Fuori La Scatola agli ” A Momentary Lapse Of Happiness”, protagonisti di questa nuova intervista. Ciao Ragazzi! Il vostro primo album si chiama “Wire”. Ci parlate di come è nato questo album? Quale è stato l’ input che ha portato poi alla volontà di questo lavoro così ampio?
Ciao! Innanzitutto vorremmo ringraziarvi e complimentarci per il lavoro che state facendo. Per noi è un piacere fare questa intervista a Fuori la scatola.
Wire è un disco molto importante per la band e non solo perché è quello di esordio.
Racconta di un viaggio che è iniziato due anni fa (quando la band è nata) e di tutto il lavoro che abbiamo fatto e che stiamo tutt’ora facendo. Racconta il nostro lato sia artistico che umano e Il singolo che è uscito sugli digital store è la prova di tutto quello che sto dicendo. “Into the Wild” ovvero vivere esperienze nelle terre selvagge e quindi immedesimarsi nell’atmosfera che si respira. Tutto questo rappresenta l’anima del gruppo e delle persone che ne fanno parte.
L’input è stato questo. Volevamo fare emergere il pubblico nel mondo di A Momentary Lapse Of Happiness.
Chiamare il vostro album ‘Wire’ è un collegamento significativo agli inizi del termine post-rock. Come questo nome rappresenta l’inizio della vostra carriera musicale e la direzione che volete intraprendere?”
-Rappresenta l’inizio perché tutto è partito in quel momento. Nel Maggio del 1994 quando sul numero 123 della rivista The Wire, il giornalista Simon Reynolds utilizzò il termine “post-rock”. Catalogando così molte band all’interno di questo genere musicale. Con il passare degli anni la definizione venne sempre di più ampliata e vennero inseriti, all’interno di questa famiglia, tantissimi altri gruppi che oggi conosciamo. Esempio: Godspeed You! Black Emperor, Sigur Ros, Mogwai,Explosions In The Sky. Abbiamo pensato quindi, che sia quindi di buon auspicio anche per la nostra band.
La direzione è questa. Lavorare per lasciare anche solo un piccolo segno in mezzo a tutta questa bella musica che ci circonda.
Quale è stato (se c’è stato) secondo voi, il momento più difficile durante la realizzazione dell’ album e come lo avete superato?
Si assolutamente. Credo che in ogni album che si registri ci sia sempre un momento più difficile rispetto ad un altro.
Dopo le registrazioni fatte, il lavoro è andato avanti per un anno e durante questo periodo, proprio nella fase finale, c’è stato un momento dove tutto poteva essere messo in stand-by a causa di un problema di salute riscontrato ad uno dei membri della band. Però il desiderio e la forte voglia di andare avanti, ha vinto sulle difficoltà e siamo usciti fuori fieri della nostra forza. E sicuramente ancora più uniti.
Il brano ‘Cinematic’ è un omaggio a The Cinematic Orchestra. Potete condividere come la loro musica ha influenzato la vostra e come avete cercato di incorporare quegli elementi nel vostro lavoro?”
La loro musica ci ha influenzato moltissimo perchè è molto descrittiva e oserei dire soprattutto malinconica. Ed il tipo di carattere che amiamo rappresentare con A Momentary, perché siamo proprio fatti in questo modo.
Il loro album “Ma Fleur” è l’esempio di tutto quello che stiamo dicendo.
Brani come “To Build Home”, “Music box”, “As The Stars Fall”, ” The Awakening Of A Woman” rappresentano l’anima della band.
E noi amiamo questo e la loro ricerca dei suoni che , piccola parentesi, sono meravigliosi.
Avete suonato in diverse città italiane prima di registrare l’album. Prossimi appuntamenti?
-Dopo il concerto di presentazione fatto a Roma, le prossime date ricoprono il centro-sud.
9 Dicembre a Fiuggi (provincia di Frosinone) in questa bellissima realtà chiamata “Bino’s”.
Poi il 27 saremo in Sicilia ( di preciso Catania) in questo posto chiamato “Baraccio” e il giorno dopo il 28 a Reggio Calabria a “Interzone”.
Per l’anno nuovo toccherà al Nord Italia con date che devono ancora essere stabilite ma presto verranno comunicate sui nostri profili.

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