Intervista ad Antonio Petrosino: il cantautore è online con Limiti

  • Eccoci su Fuori la Scatola in compagnia di Antonio Petrosino! Ciao Antonio, come stai? Come ti senti dopo l’uscita del tuo nuovo pezzo “Limiti”?

Come mi sento? Come prima(ahahah),scherzi a parte diciamo che in parte sono sorpreso , non credevo che questa canzone avesse questo apprezzamento, dopo tante canzoni d’amore, parlare di me,  delle mie paure, dei miei limiti, mi lasciava perplesso.

Ma ora devo dire che sento di avere più frecce a disposizione nella mia faretra, posso ampliare il mio raggio d’azione, il mio modo di scrivere, sperimentare di più anche musicalmente.

La sento come una canzone “spartiacque”, un a.c/d.c come se avessi resettato e fossi ripartito, col mio bagaglio verso nuove mete.

Chi vivrà vedrà.

  • Qual è la tua storia professionale?

Beh, magari potessi definirla una professione.MI sento come un pretendente di una donna bellissima, forse quello con meno possibilità, eppure tra i più innamorati, tra i più appassionati.

Da adolescente, ho iniziato suonare la chitarra a comporre i miei primi brani, arrivando poi per scarsa autostima ad abbandonare tutto intorno ai 25 anni.

Sono ripartito a 37 anni con umiltà, spirito di sacrificio, ma anche tanta ambizione.

La mia prima vita musicale parte dal punk, l heavy metal, rock, per poi abbracciare cantautorato, musica latina, pop, soul, r&b,reggae,rap  etc.. etc..

Quando sono ripartito ho ripreso il discorso da dove l’avevo interrotto sia col primissimo singolo Estate da incorniciare , che con l’ep Anejo 20 ( tilde sulla n) pubblicato pochi mesi dopo, ma mi sono reso conto dopo poco tempo che la musica era cambiata, che io dovevo cambiare e lasciare i miei cari anni 90..

Ed ecco che l’incontro con elemento umano più giovane di me, in parte distante dai miei gusti musicali è stata un pò  la genesi del singolo Limiti, e del nuovo cammino.

Ma  anche l’incontro/scontro con la mia insegnante di canto Emily Meini è stato determinante, quando dopo un paio di lezioni abbiamo litigato, ad un certo punto mi ha detto, ti devi svuotare per riempirti.

Allora ho capito quanto stavo sbagliando.. e quindi mi sono svuotato.

Da autodidatta, mi sono avvicinato, al basso, al piano,all’ukulele oltre a cercare di perfezionarmi con la chitarra.

Ed ora eccomi qui col mio background pieno di musica,stili diversi che contamino con ciò che al giorno d’oggi mi piace o che sento possa contribuire alla mia musica perchè sia più efficace.

  • Quali sono gli artisti a cui ti ispiri?

Eh… è dura, come già ti dicevo, ascolto di tutto, piuttosto in base a come si evolve una canzone decido la strada da seguire.. lasciando comunque libertà alla musica .

Sicuramente ti dico Lucio Dalla,che reputo il mio babbo artistico lui è la mia stella polare, anche se non si direbbe..diciamo che i pezzi ispirati da lui ancora non sono maturi.

Dopo Dalla, metto tutti gli altri, Battisti,De andrè insomma il cantautorato old school,la nuova scuola,Cremonini, Bersani,Silvestri, il mio primo amore, il grande Jova,Caparezza..

Della nuovissima scuola apprezzo molto i PTN,Ernia,Coez, Willie  peyote e pochi altri sinceramente.

Senza poi dimenticare il mio amore viscerale per Pino Daniele, anche se lui è inarrivabile, un vero genio, e già suonarlo richiede un enorme preparazione..

In ambito internazionale, la lista è sconfinata,ti cito solo alcuni nomi Elvis,Otis redding, Marvin gaye,tutte le rock band 80-90, The Boss con amore incondizionato per Guns e Queen,Freddie mercury l inarrivabile,San Bob da trenchtown!! E poi Jacko e tutti i suoi figliocci, Bruno mars su tutti.

Studiando Ed sheeran ho scoperto la dolcezza nel canto e come voce e chitarra possano reggere tranquillamente una canzone.

E infine molti artisti più o meno noti.. John Mayer, Amos Lee, Brett Dennen,Newton Faulkner tra i più recenti scoperti.

Ecco diciamo che da ognuno di questi grandi artisti ho preso un qualcosa, o un ascolto suscita in me qualcosa che ispira.

Sono tanti, ma non mi fisso con un genere, un cantante in particolare la mia musica deve essere libera.. o almeno provare ad esserlo.

E in particolare, alcuni dei nomi citati hanno tracciato una strada.. che si può proseguire.. basta avere voglia di abbattere certi muri.

  • Parlaci del brano “Limiti”, qual è il messaggio che vuoi comunicare?

Limiti, vuole essere, scusate se pecco di  presunzione, un inno, ad osare, a lanciarsi, ad abbandonare quelle situazioni che ci stanno logorando.

“Fuochi fatui danzano sui calici, cadaveri di rapporti logori,spettrali colori palesano i miei limiti”

I fuochi fatui che danzano sui calici,sono appunto esalazioni,dei cadaveri di rapporti logori, amicizie,amori, rapporti lavorativi e tutte quelle situazioni che ci fanno sedere a tavola con persone con cui sentiamo di non essere in sintonia, che inquinano il nostro essere rapporti che trasciniamo che ci dimostrano i nostri limiti.

Rinunciare a dire, vabbè non mi riesce, è così, poi lo farò etc etc.. perchè domani è oggi,e come dice maestro uguwei(non so se si scrive così), oggi è il presente, è un dono.

Perché troppo spesso siamo noi a costruire i nostri muri, i nostri limiti.

  • Cosa ti aspetti dal futuro?

Niente di che sinceramente, poter esibirmi in live, partecipare ai concorsi tra cui la bella esperienza del Tour music fest, iniziare a lavorare al prossimo singolo e se tutto procede regolare iniziare a lavorare ad un album in autunno.

Poi se nel frattempo qualche congiunzione astrale fa girare il tutto iperbolicamente bene, e magari si fa avanti un etichetta seria, tanto meglio, sennò continuo comunque il mio percorso, step by step.

Però una cosa che mi piacerebbe per il futuro è aprire le mie canzoni a delle collaborazioni, dei feat. visto che è una cosa che mi incuriosisce molto.