Benvenuto Andrea su Fuori La Scatola per questa nuova intervista. “Respira” esplora il tema della fuga, sia dalla propria mente che dalla città fisica. Come hai tradotto questa dualità in musica e testo, e quali emozioni ti ha ispirato questo processo creativo?
Nel processo creativo di “RESPIRA, con il mio team ho cercato di tradurre la dualità della fuga, sia dalla propria mente che dalla città fisica, sia attraverso la musica che il testo. Musicalmente, ho voluto creare un’atmosfera che alternasse momenti di tensione e di respiro, per riflettere il conflitto interiore. Abbiamo utilizzato suoni eterei e ritmi incisivi per rappresentare rispettivamente lo stato mentale intriso di tensione e il senso di movimento e dinamismo della città. Nel testo, ho cercato di esplorare il tema della fuga attraverso una serie di immagini e metafore che evocano sia lo spazio fisico della città che lo stato emotivo. Durante il processo creativo, sono stato ispirato da un mix di emozioni contrastanti, come l’ansia, la ricerca di libertà e la speranza di trovare un rifugio sicuro. Ho cercato di catturare questa complessità emotiva attraverso la musica e il testo, creando un’esperienza di ascolto che fosse coinvolgente e riflessiva allo stesso tempo.
L’EP d’esordio “Città Pericolosa” sembra promettere un viaggio attraverso realtà ed alterazioni. Qual è il concept principale che sta alla base di questo lavoro e come si integra con il messaggio di “Respira”?
“CITTÀ PERICOLOSA” esiste nel dualismo tra città fisica e città mentale. Ogni singolo funziona come tassello di un viaggio-puzzle. “ARIA” è il preludio della storia e funge da manifesto per il senso dell’EP: “La città così mi affanna, è un brutto colpo, una pacca sulla spalla, che giga peso l’aria, fai un respiro, affanni il tiro, non puoi più guardarla”. Ho trascorso giorni interi in casa pensando di vivere in una bolla protetta senza considerare che, quando nel recinto esistono pensieri nocivi, non vi è spazio chiuso e protetto che regga. “RACCONTAMI” è il primo capitolo di questo viaggio ed apre una parentesi sull’Andrea pronto a costruire castelli nell’aria di casa. Il secondo singolo di questo racconto, “FINO AL CIELO” esprime una saturazione psicologica che diventa il ponte tra questa vita ed un’altra. Nel passaggio tra i pensieri di qui e quelli di là si concretizza il senso della rinascita. Con il singolo “RESPIRA” mi risveglio con dei nuovi sensi. A questo punto sono fuori nella città e riesco a percepire il pericolo in maniera amplificata. La parte di testo “Sembra proprio un caso, non siamo la stessa cosa, scappi via di casa, la città è pericolosa” esprime il dualismo tra la città fisica e quella mentale accostando il concetto di scappare via di casa (fuggire via dai propri pensieri nocivi) con quello di luogo fisico pericoloso quale la città esterna. Mi sono ritrovato per un lungo periodo senza un luogo dove scappare per sentirmi al sicuro e ho corso con affanno dentro la testa per cercare spazi nuovi dove potermi riscrivere. “NON HO PIÙ PAURA”, l’ultimo singolo dell’EP, rappresenta la carezza dopo tanti schiaffi, il momento di respiro dopo una lunga corsa; “Non ho più paura, non ho più paura, mossi i cigli della strada per trovare quella giusta”.
La produzione musicale di “Respira” si muove tra suono etereo e ritmo incisivo, creando un’atmosfera dinamica e coinvolgente. Come hai lavorato sull’arrangiamento per trasmettere al meglio il senso di viaggio e sospensione presenti nel brano?
Nella produzione della canzone, io ed il mio team abbiamo lavorato sul senso di spazialità e apertura richiamando pad eterei, sintetizzatori atmosferici e riverberi ampi per trasmettere un senso di respiro e libertà. Dal punto di vista ritmico abbiamo combinato percussioni incisive e ritmiche pulsanti con sezioni più eteree e sospese, creando contrasti che riflettono il dualismo della città fisica e mentale. Questo contrasto rappresenta la tensione ed il dinamismo dell’esperienza emotiva, alternando momenti di tensione e di riflessione. La dinamica del brano è stata pensata per creare un senso di progressione e sviluppo, mimando il viaggio emotivo di cui parlo; siamo partiti da un’atmosfera più intima all’inizio del brano, per poi aumentare gradualmente l’intensità e l’energia, riflettendo il risveglio emotivo alternato da momenti di tensione.
Quale messaggio o emozione ti auguri che gli ascoltatori portino con sé dopo aver ascoltato “Respira” e l’intero EP “Città Pericolosa”? Qual è il tuo obiettivo principale come artista nel condividere questa musica con il mondo?
“Città Pericolosa” vuole essere una carezza per l’ascoltatore attraverso un viaggio emotivo e mentale, esplorando il dualismo tra la città fisica e quella mentale. Con “RESPIRA”, l’EP mira a trasmettere un senso di risveglio e consapevolezza, spingendo l’ascoltatore a confrontarsi con i propri pensieri nocivi e con l’ambiente circostante. Dopo aver ascoltato il progetto, ci si augura che gli ascoltatori portino con sé un senso di emancipazione e rinnovamento; potrebbero sentirsi ispirati ad esplorare i loro pensieri, affrontare le proprie paure e cercare spazi nuovi e sicuri dove poter rinascere. Il mio obiettivo nel condividere questa musica è quello di fornire un’esperienza di ascolto che sia sia emotivamente coinvolgente che trasformativa.
Lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!
Cerco di promuovere l’importanza di vivere visceralmente le proprie paure per riscriversi sempre. Vorrei che la mia musica fosse un abbraccio per chi non riesce a trovare spazi interni ed esterni dove poter fiorire. Voglio abbracciare la complessità della vita e trovare forza nel confronto con le paure e le fragilità; attraverso vulnerabilità ed autenticità si arriva a connessione e guarigione.