Intervista a Stefano Attuario per il suo nuovo singolo “Liberi Respiri” (And the Silence in Between)

Un felice bentornato a Stefano Attuario qui su Fuori La Scatola per questa nuova intervista. Allora Stefano, “Liberi Respiri” affronta temi profondi come la fragilità della vita e il suicidio. Puoi condividere l’ispirazione dietro questo brano e cosa ti ha spinto a crearlo?

Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per lo spazio che mi state dedicando. L’ispirazione, se così possiamo definirla, è scattata una notte dopo aver appreso la scomparsa di un conoscente. Un atto così estremo ti destabilizza, soprattutto se non te lo  aspetti da una persona che apparentemente non dava segni di sofferenza. Mi sono immaginato il peso del gesto, le risposte a domande che pesavano come macigni. Ho preso la chitarra è in una notte ho scritto testo e parole. L’album ormai era finito, ma sentivo la necessità di esprimere un omaggio a chi non c’era più.

Puoi raccontarci ora invece come è nata questa collaborazione Ray Heffernan e come il suo coinvolgimento ha arricchito il brano?

Ray è una persona fantastica. Ci siamo conosciuti a Sanremo Rock, lui era uno dei giudici, arrivava in treno quella sera. Un componente dell’organizzazione, che non smetterò mai di ringraziare, mi propose di andarlo a prendere in stazione e portarlo al Teatro Ariston. Accettai intimorito dal nome, una star a livello mondiale che sale sulla mia Fiat 500, per essere scarrozzato in giro per Sanremo. Ma la sorpresa fu proprio la sua umanità, sembrava che fossimo amici da chissà quanto. Sembrava che fossi lui ad accogliere me. Così era nata una sorta di amicizia. Finita la serata della finale, ad un Pub, abbiamo avuto modo di parlare più liberamente, conoscendoci meglio. Il giorno dopo ci siamo rivisti a pranzo dove alloggiavamo ed è nata questa curiosità sui metodi, motivi, letture, musica, che ci ispiravano nelle scritture delle nostre canzoni, ad avvicinarci ancor di più. Abbiamo scoperto di avere molto in comune ripromettendosi di collaborare un giorno se ce ne fosse stata l’occasione. Così finito di scrivere “Liberi Respiri” conoscendo la sensibilità al tema che trattava la canzone, la proposi. Lui entusiasta mi disse che voleva scrivere qualcosa anche lui, in inglese, che sentiva il bisogno di trovare un posto musicalmente parlando, di queste situazioni. E così è nata Liberi Respiri ( and the silence in between). Lui ha arricchito il brano con la sua presenza, empatia, sensibilità. La sua esperienza musicale ha dato un apporto anche all’arrangiamento finale del brano già armoniosamente ricercato dal mio produttore Max Zanotti con strumenti orchestrali.

Nell’introduzione al brano si parla di “motivi, paure, risentimenti, domande che non trovano risposta”. Come hai affrontato la sfida di esplorare questi sentimenti complessi nella musica?

Provare a spiegare l’inspiegabile… non è stato facile, mi sono immaginato che cosa poteva portare all’estremo gesto. Un gesto così forte, violento, ma anche liberatorio. Il cuore e la mente scappano per sempre, raccolti in silenzio, un ultimo respiro che cerca la libertà di un peso, una situazione che non si può più reggere. Una relazione in “maschera” con il gesto simbolico di accendersi un’altra sigaretta per alleggerire la visione di un futuro che non ti rassegni ad accettare. 

Penso che chi fa musica, debba parlare anche di questo, non aver paura di mostrarsi fragili. 

La regia video di Lory Muratti sembra essere stata una parte importante di questo progetto. Puoi condividere come la sua visione si è intrecciata con il messaggio del brano e come ha contribuito a comunicare la sua profondità?

Lory è un musicista, scrittore, regista e attore. Ormai è nato un sodalizio tra noi. C’è una stima reciproca, il suo approccio visivo fuori dal coro come regista ( e non solo) è una qualità che ho sempre ammirato. La sua idea ben riuscita, è stata quella di farmi muovere all’interno del video assieme a Ray e Miriam Vangelista, nuovamente scelta per interpretare il ruolo di “presenza”, di “angelo e demone” e di “tramite” nel dialogo che i due protagonisti instaurano cercando di parlare in realtà con chi non è più fra loro. 

Il videoclip sembra catturare un momento di pace e riflessione. Puoi spiegarci il significato simbolico di questo “giardino d’inverno” inglese e come si collega ai temi della canzone?

Per questa domanda ti riporto direttamente la risposta di Lory:

“Con questo videoclip desideravo ricostruire la disarmante sensazione di pace che può provare chi si trova a osservare la vita dalle vetrate di un “giardino d’inverno” inglese dove il tempo si è fermato nel cuore di una stagione di mezzo, nel bel mezzo della primavera. Momento privilegiato per pensare a chi ci ha lasciati osservando al contempo la vita che riprende a muoversi e guardando con occhi nuovi il mondo che rinasce dalla terra che pensavamo morta.”

Come già sai su Fuori La Scatola lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!

Il mio messaggio di oggi è una frase di Nick cave che adoro, un incoraggiamento se volete, ovvero:  devi provare a te stesso di essere all’altezza dell’idea. 

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