Intervista a Solo Zero: ‘Icaro’ è il suo nuovo singolo in featuring con Calico Jack

Solo Zero sbarca su Fuori La Scatola quest’oggi per parlarci del suo nuovo singolo “Icaro” che lo vede in featuring con Calico Jack. Innanzitutto benvenuto! Facciamo un gioco con te, che ci piace fare spesso con gli artisti: racconta il tuo brano ai nostri lettori…ma fallo come se stessi parlando ad una classe di bambini delle elementari. Occhio alle parolacce!

Innanzitutto grazie per l’opportunità, per me è sempre bello poter partecipare alle interviste perché sono un’occasione per  approfondire la mia musica con i fan. A volte i testi delle canzoni non bastano a raccontare tutto ciò che ho da dire, o i retroscena, quindi sfrutto questi momenti per regalare qualche curiosità in più al pubblico. ICARO nasce da un vero e proprio bisogno di rialzarmi: in un momento difficile della mia vita in cui, a causa di molte delusioni, avevo perso la fiducia in me stesso, nel mondo intorno e nelle persone. Come nel racconto mitologico, mi ero ‘avvicinato troppo al Sole’, caduto e con le ali spezzate non riuscivo a riprendere il volo; questo purtroppo accade quando si abbassa la guardia, quando il sogno supera la realtà, e non ci rendiamo conto che bisogna restare con i piedi a terra perché c’è sempre qualcuno che aspetta (e prega) di vederti fallire. Ma è proprio quando tutto sembra essere perduto, che ci si sente soli, la musica (o chi per lei) torna a ricordarci che in realtà nulla è perso, che c’è sempre un modo per rialzarsi dalle cadute, imparando da queste e ritornare in gioco più forti di prima. Ecco, diciamo che questo brano è un inno alla resilienza, modificando il finale della storia dove Icaro non muore più affogato nel mare, ma si risveglia e torna in volo verso il futuro che lo attende. Perché diciamoci la verità: tutti noi passiamo e abbiamo passato momenti pesanti, ma troviamo sempre un modo per uscirne, e oggi eccoci qui a parlarne come se nulla fosse. Voglio incitare chiunque a non mollare mai, perché la svolta è sempre dietro l’angolo, bisogna solo andarle incontro.

Torniamo tra i grandi. “Icaro” è molto molto bello, ti facciamo i nostri complimenti. Se dovessi descriverlo con un solo aggettivo quale sarebbe e perché?

Quando si tratta della mia musica ho talmente tanto da dire che descrivere un brano con un solo aggettivo mi risulta complicato e riduttivo, ma farò uno sforzo per voi! (Ride) Credo che l’aggettivo che lo descriva meglio sia ’energetico’, anche se banale, ma penso sia quello che trasmette: energia e carica.

Un messaggio importante quello della canzone.Come ci si può rialzare quando si cade nella vita? Anzi… Cosa ti fa rialzare?

Ottima domanda. Credo che per rialzarsi nella vita ci sia bisogno di una cosa prima di tutto, volerlo. Parlo per chiunque. Perché è solo dalla consapevolezza di ciò che ci è successo riusciamo a capire quali errori abbiamo commesso, così da lavorare su noi stessi, e accettandolo, il cambiamento è il primo passo verso la ripresa.

Hai collaborato con artisti del calibro di Sfera Ebbasta e Guè Pequeno. Noi però vogliamo sapere dei tuoi primissimi passi. Ti ricordi quando ti sei approcciato a questo mondo, magari da bambino? Hai un ricordo preciso a riguardo?

Sono cresciuto in provincia e in un contesto difficile, trovavo riparo già da piccolo nella musica: ho imparato a cantare e suonare diversi strumenti musicali, appassionandomi fin da subito a questo mondo. Uno dei ricordi più lontani risale a quando avevo circa 8 anni, mio fratello aveva una pianola che gli aveva regalato uno zio per la comunione, e aveva imparato a suonarla da solo. Emulando lui ho imparato a mia volta. Ci divertivamo a suonare e cantare canzoni famose o a inventarne delle nostre; sai, a casa non avevamo molta disponibilità economica perciò questo era il nostro divertimento; non c’erano la Playstation o giochi ovunque, come a casa di alcuni amici più fortunati.

Hai trascorso parte della tua carriera musicale all’estero. Come pensi che questa esperienza abbia influenzato il tuo stile?

Guarda ci sono migliaia di cose che mi hanno influenzato, ne cito magari una che secondo me va presa in considerazione: quello che ho capito confrontandomi con le realtà straniere è che non si smette mai di imparare cose nuove, anche quando si pensa di essere arrivati ad un livello importante, sulla cima del colle, si scopre che c’è ancora la montagna da scalare, che da giù a valle non riuscivi nemmeno a vedere. Spesso ci chiudiamo (anche mentalmente) in delle realtà che ci sembrano enormi, ma in realtà non è così, girato l’angolo si può realizzare che c’è ancora il mondo da scoprire.

Come sempre lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista al nostro ospite. Ora puoi lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!

Lascio un messaggio a chi mi segue da tanto tempo fino ai più recenti: ragazzi e ragazze non mollate, anche quando non avete più la forza dovete andare avanti. Vale la pena combattere per ciò che amate, credetemi, vale sempre la pena. Perché in fondo è l’unica cosa che da un senso ai nostri giorni, e senza un senso si è persi.

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