Intervista a Solo per il suo nuovo EP “EXPERIMENTAL”

“Solo” è un artista irpino nato a Napoli. Nel 2018 rilascia il suo primo LP, Kaleidoscopio. Online da ieri invece il suo nuovo ep di 6 tracce, Experimental.

Diamo il benvenuto a Solo, l’intervistato di oggi del nostro blog in occasione dell’uscita del suo ultimo EP dal titolo “Experimental”. Innanzitutto ti chiediamo: come stai? Domanda semplice ma molto importante perché, quando ci sono nuove uscite, nell’artista si muove un mix di emozioni…

Diciamo che sto bene, se consideriamo il periodo che stiamo vivendo.
Un momento così particolare, sospeso tra lo strano e l’assurdo che non ci permette di vivere veramente. Questo, però può essere un momento di forte riflessione e, di conseguenza, per un “artista”, uno stimolo.
Riuscire a portare a termine un progetto è sempre gratificante e, naturalmente le aspettative ci sono, anche se, nella realtà, poi bisogna fare i conti con tante difficoltà. E’ vero che, oggi internet offre tante possibilità in più, ma è pur vero che la “concorrenza” è centuplicata e le insidie per un “artista” emergente sono tantissime.

Experimental è un vero viaggio in sei pezzi (che consigliamo ai nostri lettori) che si distingue dal tuo precedete lavoro “Kaleidoscopio”. In cosa si differenzia esattamente, e cosa hanno in comune?

A differenza di Kaleidoscopio, Experimental è, appunto, un esperimento. E’ stato scritto e registrato in lingua inglese e le sonorità sono completamente differenti dal primo lavoro. Infatti, in Experimental ho fatto molto uso di sintetizzatori, strizzando l’occhio alla musica Low-Fi, mentre in
Kaleidoscopio a farla da padrone erano le chitarre. In comune con il primo disco, ci sono invece i contenuti dei brani, che muovono sempre da un’esperienza personale o da una situazione di vita che ci porta a riflettere sul nostro essere parte del mondo e della società.

Hai totalmente autoprodotto il disco, lavorando su ogni singola fase della produzione ed ovviamente sei compositore della musica ed autore dei testi. Coma mai la scelta di fare un disco totalmente in Inglese?

Come ho già detto, la scelta della lingua inglese è parte dell’esperimento. Inoltre la vedo un po’ come la lingua madre del rock. Non nascondo che, tante volte, esprimere alcuni concetti in inglese è più semplice, essendo una lingua molto musicale rispetto all’italiano che invece ha delle regole di struttura e di metrica più complesse. Infatti, pur se sono un assiduo ascoltatore di gruppi
inglesi, la mia stima va tutta a quegli artisti in grado di esprimersi musicalmente nella nostra lingua

Parliamo ora dei due singoli che sono all’interno della nostra playlist: “Crimson Sky” e “When I Can’t Sleep”. Ci vuoi raccontare come sono nati e entrambi e di cosa parlano, a chi non ha ancora avuto il piacere di ascoltarli?

Parto dal secondo, “When I can’t sleep” è una riflessione sulle notti insonni che, credo, ognuno di noi affronti nell’arco della propria esistenza. Percepisco le notti come una stanza di massima riflessione e confronto con noi stessi. Un vero e proprio confessionale, dove facciamo i conti con
le nostre paure, le nostre speranze e le nostre scelte che spesso, anche se non ce ne rendiamo conto, incidono sulla vita di altri. “Crimson Sky”, invece, è un qualcosa di più astratto. Ho immaginato due persone in una stanza a giocare a scacchi, l’uno era la personificazione della vita
dell’altro e si esortavano a vicenda a non abbandonare la partita e a lasciare la stanza della vita, perché se si getta la spugna, fuori ad attenderci, non ci saranno cieli azzurri.

Durante la fase di scrittura dell’Ep, avevi già in mente di inserire 6 pezzi o è stata una scelta fatta in un secondo momento? Ci sono dei brani che hai momentaneante “scartato” e che potresti riproporre in futuro?

Assolutamente no. Ho sempre concepito i lavori come LP, semmai non con un elevato numero di brani per non sfociare nel banale e li ho sempre pensati come lavori, dove i brani contenuti abbiano un unico filo conduttore. Oggi, però la situazione è diversa. Probabilmente, per rimanere a galla nel mondo della musica, c’è bisogno di una maggiore presenza, pertanto realizzare un EP è più semplice e funzionale di un LP. Sì, ci sono altri brani e spero di riuscire a pubblicarli in una maniera che sia migliore dell’ultimo lavoro.

Per quanto riguarda la situazione Covid che dura da oltre un anno. Tu musicalmente come l’hai vissuta? Quando finirà hai in mente di organizzare qualcosa dal vivo?

Come ho già detto, è una situazione che rasenta l’assurdo, sappiamo come e quando ci siamo entrati, ma non sappiamo come e quando ne usciremo. Di fronte a questo enigma, o ti lasci andare e vivi sotto i cieli Cremisi di “Crimson Sky” oppure, da “cantautore e scrittore”, cerchi di volgere la cosa a tuo vantaggio. Quando finirà, spero di riuscire a fare quanti più live possibili, soprattutto nei pub, dove il contatto tra l’artista ed il pubblico è più vero.

Come sempre lasciamo l’ultimo spazio al nostro ospite. Puoi rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatto o lanciare il tuo messaggio!

Sinceramente, non mi piace decidere le domande che devono essermi poste, sarebbe come pilotare la propria vita, togliere il gusto dell’ignoto e l’emozione della sorpresa. Né tanto meno sono bravo ad auto promuovermi, penso che questo debba farlo chi ascolta, quindi niente frasi di impatto per il mio lavoro.
Preferisco salutarvi con un pensiero:
La musica è cultura, è storia, è una fotografia in note e parole dei nostri pensieri, del nostro vissuto, le va concesso lo spazio ed il tempo che merita.


Grazie.

RINGRAZIAMO SOLO E VI LASCIAMO AI SUOI CONTATTI PER SEGUIRLO, SOSTENERLO E NATURALMENTE ASCOLTARLO!

SPOTIFY: https://open.spotify.com/artist/4Q25jPqACcR85SkR9MojAV?si=iTJYbx7uRKqY8K3r_4tiQg

ASCOLTA L’EP: https://open.spotify.com/album/5mCZXz2CGUFPbVWn0knfws

CRIMSON SKY: https://open.spotify.com/track/4FuBAHpMrXYY8EBTJ7Ddws?si=zCNmZALuQMG24PKPX4684w

WHEN I CAN’T SPLEEP: https://open.spotify.com/track/3yd5KImxadOemcYRUKQGra?si=jcVuZtKXSdG0vSO25nrYGg

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