Benvenuta Silvia Alibrandi su Fuori La Scatola per questa nuova intervista! “Occhi di un angelo” esplora il tema del primo incontro carico di emozioni contrastanti. Cosa ti ha ispirato a raccontare questa sensazione di attrazione e paura in una sola canzone?
Ciao! Naturalmente da una parte sono partita da alcune mie esperienze, mentre dall’altra mi ha ispirata uno spettacolo che ho avuto la fortuna di portare in scena, ovvero “Closer” di Patrick Marber. Durante la prima scena, in mezzo al traffico di Londra, due sconosciuti, fermi al semaforo, uno di fronte all’altro, si guardano negli occhi, e da quell’istante, da quel primo sguardo, tutto cambia e il tempo si ferma.
Nel brano c’è un contrasto interessante tra il desiderio e la paura, che si riflette anche nei versi “Sei bella ma sei il diavolo”. Qual è il significato profondo di queste parole per te?
Quando conosciamo qualcuno tendiamo a presentarci nel nostro modo migliore, ma poco a poco, con il tempo, vengono fuori anche tutti i nostri lati più oscuri. inoltre, col fatto che ho gli occhi azzurri mi hanno sempre detto “hai gli occhi di un angelo”, ma il mio caratterino mi fa diventare anche un po’ insopportabile a volte, quindi mi piaceva usare un forte contrasto e delle immagini precise su cui scherzare e fare ironia.
Hai collaborato con Paolo Pasqua per la scrittura e la produzione del brano. Com’è stato lavorare insieme su un pezzo così carico di emozioni? Ci sono stati momenti particolarmente significativi durante la creazione della canzone?
Io e Paolo abbiamo una forte sintonia. Questo è stato uno dei primi pezzi che abbiamo scritto insieme. Siamo partiti da una mia idea: quando gliel’ho fatta sentire Paolo mi ha detto “in questa canzone ci sono tantissime canzoni!”. Io vengo dal musical e tendo a mettere insieme tante melodie mentre creo un brano; Paolo riesce a sfruttare queste melodie al massimo e a farle evolvere in un’unica direzione, quindi ci troviamo bene.

Il singolo ha una forte componente pop rock. In che modo questo stile musicale rispecchia la tua evoluzione artistica rispetto ai tuoi precedenti lavori come “Candele” e “2000METRI”?
Penso che questa canzone sia complementare ai lavori precedenti. “Candele” è un brano pop rock, con una vena più drammatica però. Queste canzoni sono tutte diverse, ma tutte legate tra di loro nella produzione o nella struttura, richiamano lo stesso mondo.
“Occhi di un angelo” anticipa il tuo primo EP, in uscita ad aprile. Puoi darci qualche anticipazione su cosa aspettarci da questo progetto e se ci saranno altre sonorità o tematiche esplorate nei prossimi brani?
Si, ci sono dei brani che sono energici allo stesso modo, ma con sonorità più anni Ottanta, una via di mezzo tra questo lavoro e “I passi degli altri”. Le tematiche sono sempre personali e riflettono la costante velocità a cui siamo sottoposti.
Lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!
Non accontentatevi mai. C’è sempre qualcosa da cercare e ricercare, da scoprire, che vi rende entusiasti e che dà alla vostra musica o a qualsiasi vostra creazione quell’elemento in più! Accogliete i nuovi stimoli.

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