Intervista a Rash Saadi: “occhio ai miei progetti…potrei stupire”

Diamo il benvenuto a Rash Saadi, protagonista della nostra intervista quest’oggi su Fuori La Scatola. È online sul tuo canale YouTube il tuo nuovo singolo “dIIveRSo”. Una curiosità come prima domanda: qual’è il significato dietro la doppia “i” nel titolo?

Ciao e grazie per l’opportunità. La doppia I in “dIIveRSo” sta a significare che è il secondo capitolo della saga: il primo (“diveRSo”) è uscito nel 2018. È un pezzo di genere phonk, un suono diverso (per l’appunto) rispetto al solito. Dopo 5 anni ho voluto creare un sequel, usando sempre uno stile di nicchia.

Siamo su Fuori La Scatola quindi puoi sentirti libero di usare la terminologia che vuoi per rispondere alla seconda domanda: qual’è il messaggio di un brano, che come tua caratteristica, è diretto ed a tratti duro?

Beh con “dIIveRSo” entro dicendo “non fare il maranza poco amato dal padre”, il che può essere inteso in tanti modi. Alcune mie frasi possono risultare dirette e dure, ma se le svisceri ci trovi anche una denuncia sociale: i tipici “maranza” sono ragazzi di strada che spesso sono effettivamente stati cresciuti senza una figura paterna. È una mia caratteristica che mi accompagna da sempre, ho il bisogno di esprimere certi concetti.

“dIIveRSo” arriva dopo un periodo di silenzio e dopo un po’ di anni dal tuo lavoro precedente “anno della scimmia”. Cosa ti ha spinto a pubblicare nuovi inediti? Inoltre, come è cambiato (se è cambiato) il tuo modo di fare musica negli anni? E tu ti senti cambiato?

Assolutamente si. Ciò che ho vissuto in questi anni mi ha stravolto nel bene e nel male, facendomi cambiare piú volte approccio alla scrittura. Attualmente il mio motore è l’essermi reso consapevole di poter portare qualcosa di concreto alla scena, oltre alla convinzione che da qui in poi potrò fare un buon lavoro, senza stressarmi troppo sul risultato finale.

Parliamo un po’ di te e del tuo percorso artistico. Ci racconti quali sono stati i tuoi inizi nel mondo della musica e quali artisti, italiani e stranieri, influenzano maggiormente il tuo modo di fare musica?

Ho iniziato ascoltando passivamente i dischi di Eminem di mio fratello piú grande, che mi ha fatto da “scuola”. Avevo circa 4 o 5 anni. Inoltre i videogiochi dei primi 2000 avevano delle colonne sonore non indifferenti, hanno fatto il loro lavoro. Crescendo ho ascoltato praticamente ogni genere, ma mai distaccandomi troppo dal mio primo amore, fino a sfociare nelle prime battaglie di freestyle e le prime canzoni. Tra gli americani, chi mi ha ispirato maggiormente sono Kendrick Lamar, J Cole e in genere coloro che si sono forti col liricismo. Anche se ti potrei citare una lista infinita tra Americani e Italiani, da Ice Cube e DMX fino a Dj Gruff o i Santa Sede, per dirti.

Sappiamo che hai grandi ambizioni per il futuro. Ci puoi anticipare qualcosa su quello che accadrà nel proseguo della tua carriera?

Posso dire che ho vari progetti in mente su cui punto molto, uno di questi è appunto la trilogia/concept di “Essere”, che comprenderà in sè già 3 album, che verranno svelati man mano. Sarà colmo di concetti e sarà contrapposto ai freestyle che ogni tanto pubblicherò. Per il resto cerco di non fantasticare troppo sul futuro e di affrontare il presente con le carte che ho.

Come sempre lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!

Sarò probabilmente banale, ma state all’occhio sui miei progetti perché potrei stupire.

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