Diamo un felice benvenuto a Povia, oggi protagonista qui su Fuori La Scatola di questa nuova intervista. Siamo felici di averti qui con noi Giuseppe! Prima di andare a parlare del tuo singolo dito medio, la domanda più semplice ma la più significativa. Come stai? Ti vediamo sempre lottare per le tue idee e u tuoi ideali e questo ci piace molto!
Si tira a cantare! Quest’anno è stato bello. Ho fatto più di 100 concerti col ‘sani di mente tour’, lo spettacolo è piaciuto tanto anche per le tematiche affrontate in musica.
Arriviamo a “Dito medio”. Le tue canzoni riflettono molto spesso la realtà, a volte quella che tutti non vogliono vedere. Questa canzone in particolare come nasce?
Ho sempre visto il dito medio come un gesto da bar senza senso poi ho scoperto che se si trova il senso si puo’ dire tutto. È un brano di denuncia sociale in un mondo dove politica e mass-media scelgono il giusto e sbagliato in base alle ideologie, appartenenze e simpatie, senza obiettività, dalla guerra al sociale in genere.
Vuoi spiegare ai nostri lettori che cos’ è la “democrisia”?
È il potere all’ipocrisia. Tanti finti umili, finti gentili che fanno tutto a tavolino.
Sei sempre in tour a suonare e non disdegni alcun evento. Questo ti fa onore. Davvero molto tuoi colleghi hanno il timore di dire “suono in piazza”?
Il 95% degli artisti suona in piazza, feste e sagre. L’importante è suonare e cantare, la vita è una e ogni anno non torna più, meglio riempirlo di più musica possibile.
Approfittiamo della tua presenza per chiederti cosa ne pensi dell’ attuale mercato discografico e dell’ evoluzione che sta avendo la musica che sembra perder sempre di più qualità
Questa domanda viene fatta da sempre. Una risposta sola non c’è. Le canzoni che vanno parlano per lo più d’amore ed emergono perchè non fanno discutere. Il mercato è orientato più sui singoli in digitale. Nel mio piccolo sopravvivo, mi autoproduco e scopro che dietro alle tematiche che canto c’è un mondo di persone appassionate a agli argomenti che tratto.
Sei un artista indipendente che si autoproduce come la maggior parte degli artisti che passano da qui: con la tua importante esperienza quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi che cercando di intraprendere la carriera musicale?
Non ho consigli veri e propri ma posso dire che negli anni 80 non c’erano i social, oggi grazie a quelli si possono creare opportunità.
Come nostro solito qui su Fuori La Scatola lasciamo l’ ultima parte dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!
No siete stati bravi e mirati, seguitemi sui miei canali social, e dove sennò?
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