Intervista a Piergiorgio Tedesco: il singolo “Silenzio” e le sue atmosfere da lockdown

Piergiorgio Tedesco è un cantautore Torinese. Attivo dagli anni ’80 recentemente ho pubblicato alcuni album: “Canzoni da una cella di Excel” (2016), “Con le dovute eccezioni” (2018) e nel 2020 “Wrestling”. Il singolo “Silenzio” estratto da Wrestling è anche all’interno della nostra playlist.

Diamo il benvenuto a Piergiorgio Tedesco, protagonista oggi della nostra intervista. Ciao Piergiorgio! Partiamo da lontano. “La chitarra era una Spada” abbiamo letto nella tua biografia, riferendoti ai tuoi primi approcci alla musica. C’è qualcosa che ricordi in particolare di quel periodo, e perché proprio la similitudine con una spada?

“Nei miei sogni di bambino la chitarra era una spada” è un verso di quella famosa canzone di Edoardo Bennato del 1980 (Sono solo Canzonette) ma la metafora della spada è presente anche nei testi di altri cantautori di quell’epoca in cui io ero un ragazzino. La spada simboleggiava, un pò ingenuamente, il fatto che le canzoni potevano contribuire anche a combattere le ingiustizie del mondo. Comunque sia, io sono rimasto affascinato da quell’idea e da quel genere di figura che ai miei occhi fanciulleschi era una sorta di supereroe senza macchia. E così dopo aver ascoltato i vari De Andrè, De Gregori, Bertoli, Guccini, Bennato e quelli che all’epoca erano giovani cantautori, ho cominciato a suonare la chitarra e poi a scrivere le prime cose mie.

Sei cresciuto tra i grandi cantautori italiani degli anni ’70 e ’80. In questi anni fondi anche la compagnia musico-teatrale “+ttosto di stare a casa”. Ed oggi negli anni ’20 del 2000 sei ancora a far musica. E questo ti fa onore. Come è cambiata dal tuo punto di vista la musica in questi 40 anni? E’ cambiato anche il modo di fare la tua musica?

La musica è cambiata come è cambiato il mondo: è tutto più veloce, più compresso, tutto usa e getta; anche il livello di attenzione che si dedica alla musica è cambiato, il pezzo deve arrivare nei primi secondi, altrimenti si passa già ad altro. La qualità del suono è fondamentale e notavo poco tempo fa come si sia accorciata anche la lunghezza delle canzoni: quando ero ragazzino un brano di 3 minuti per un cantautore era considerato anche troppo corto, ora rappresenta lo standard.

Credo di avere interiorizzato anche io in qualche modo questa trasformazione: sono diventato più conciso sia nelle parole che nella struttura musicale. Però quando scrivo sono piuttosto istintivo e l’unica regola davvero importante è che la canzone non sappia di già sentito e che piaccia a me.  E poi c’è un elemento fondamentale che per fortuna non cambierà mai: si può chiamare poesia, si può chiamare arte, sincerità, vibrazione oppure ispirazione, ma insomma questi sono gli elementi di base necessari che sono anche in grado di sovvertire le “regole” di cui parlavamo sopra.

Arriviamo ora a “Silenzio” il tuo singolo, secondo estratto dal tuo Album “Wrestling” che è anche all’interno della nostra playlist. Sappiamo che è nata in un periodo particolare che ci ha visti tutti protagonisti. Ti ricordi più nel dettaglio quando l’hai scritta e com’è nata? Vuoi raccontare a chi ancora non ha avuto il piacere di ascoltarla di cosa parla?

“Silenzio” è nata nel primo weekend di lockdown dello scorso marzo, quando siamo rimasti tutti sorpresi da quella situazione inedita che purtroppo si protrae in qualche modo ancora oggi. La canzone non parla espressamente del lockdown ma sicuramente riflette quell’atmosfera sospesa e un pò spettrale. Infatti il silenzio della canzone non è quello della quiete oppure della pace, ma quello che uccide, che stravolge, che non lascia le cose come prima (“non è lo scorrere del tempo nel suo corso”).

La cosa curiosa è che il pezzo è veramente nato sul divano di casa mia in un quarto d’ora: ho iniziato a cantarla e poi mi sono affannato a segnarmi ciò che stava venendo fuori da solo. E’ quella che io chiamo “magia” quando si scrive. Poi ho naturalmente passato qualche ora a limare un pò il tutto e a cercare qualche parola mancante. Ho inviato il pezzo a Simone Ferrero del Ciabot Studio (dove produco i miei album e dove ho conosciuto ragazzi e musicisti straordinari): l’intuizione dell’arrangiamento “lounge” con venature “trip hop”è tutta sua.

Il brano è davvero molto bello e ti facciamo i complimenti. Se dovessi scegliere invece un altro pezzo di “Wrestling” da proporre ad un ascoltatore, quale consiglieresti e perchè?

Direi innanzitutto la title – track dell’album. Il wrestling è la metafora del periodo che viviamo, della spettacolarizzazione dell’aggressività, non solo sui social ma anche nella vita di tutti giorni, filtrando da un ambiente all’altro, definendo situazioni e personaggi danteschi (come il “leone da tastiera”).

Per altro inviterei volentieri i lettori ad andare a vedere il video presente sul mio canale youtube e sui miei canali social:  girato e diretto dal giovane regista torinese Tommaso Sgrizzi, riprende due inizialmente inoffensivi giocatori di Risiko che via via via si scaldano, indossano le maschere da wrestler e danno vita ad una ingloriosa zuffa tra di loro.

Continuiamo sul tema lockdown. Tu come l’hai vissuto musicalmente?

Ha avuto una doppia faccia. Da un lato ho dovuto, come tanti, rinunciare completamente ai concerti ed avendo un album nuovo da presentare è stata una rinuncia necessaria ma abbastanza pesante. Dall’altro il periodo è stato molto fertile per scrivere ed anche per lavorare, da remoto, alla produzione. Tuttora stiamo lavorando con il Ciabot Studio in questa modalità, l’unica possibile. Ovviamente non vedo l’ora di poter suonare dal vivo…

Ci dai l’impressione di essere uno che non si ferma mai. Hai già in serbo qualcosa di nuovo per il futuro?

Io mi sono fermato anche troppo ad un certo punto della mia vita, intorno ai 30 anni in cui per per dieci anni o più non credo di avere neppure imbracciato una chitarra: probabilmente credevo che crescere significasse rinunciare alle proprie vocazioni giovanili. Poi, per fortuna, mi sono ravveduto! Quindi si, ci sono tanti (forse anche troppi) progetti in ballo: innanzitutto un libro di racconti che spero che veda la luce entro l’anno. Avrà anche un risvolto musicale che al momento non vi anticipo.

Poi ci sarà sicuramente un nuovo singolo per dicembre: una canzone dedicata all’atmosfera di quel periodo particolare dell’anno e che in realtà è già stata registrata, sempre con la produzione di Simone Ferrero e dei ragazzi del Ciabot Studio. E poi stiamo già registrando i pezzi che prima o poi faranno parte di un nuovo album!

Come nostro solito lasciamo l’ultimo spazio al nostro ospite. Puoi ora lanciare il tuo messaggio o rispondere a quella domanda che non ti è stata fatta e che avresti voluto!

Beh, questa è una strategia un pò marzulliana.. mi faccio una domanda e mi do una risposta!

Il messaggio è quello di andare a cercare la buona musica oltre il mainstreaming. che risponde a logiche di spettacolo e di immediato profitto che per sua natura non cerca i talenti e non valorizza i tanti musicisti giovani e meno giovani che hanno creatività da offrire, cose da dire e percorsi artistici a volte anche straordinari. Se posso fare qualche nome riferito a Torino, che è la mia città: Vea, Brian Allan, Protto, Bandini e Rossana De Pace, ma ovviamente non sono gli unici

Notavo poi che a Torino, tra le radio del territorio, non esistono trasmissioni che facciano passare i pezzi degli artisti della zona, dove si parli di tutto quel movimento “indie” di cantautori che normalmente affolla i locali…magari sarebbe ora di pensarci!

RINGRAZIAMO PIERGIORGIO TEDESCO CON L’INVITO A SEGUIRLO E SOSTENERLO…E VI LASCIAMO A “SILENZIO” ED I SUOI CONTATTI!

Link Album Spotify: https://open.spotify.com/album/16CJ4K7qmBdz5SRijKN15B?si=Xqsu8S9FTQe7Aj1-Vif5Jw

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