Bentornato Piergiorgio Tedesco su Fuori La Scatola per questa nuova intervista. “Comunque Libera” è un inno alla libertà delle donne. Cosa ti ha spinto a scrivere questa canzone e perché hai scelto proprio questo momento per pubblicarla?
Per me la nascita di una canzone è sempre un fatto istintivo e un po ‘ misterioso; se mi piace l’idea, prima la scrivo e poi rifletto su ciò che ho fatto. Probabilmente mi hanno influenzato da un lato la mia riflessione personale sul fatto che mi sento in sintonia solamente con donne che siano indipendenti e libere in maniera spontanea e naturale perché, come recita il testo della canzone, così “rendono migliore il mondo” e forse pure me.
Dall’altro un clima un pò pesante che si respira su tante cose, quindi anche su diritti e libertà, anche su quelli che riguardano proprio le donne. Poi divento matto quando sento dire “se l’è andata a cercare” che su una donna è una considerazione sempre in agguato, qualunque cosa accada.
La canzone l’ho scritta alcuni mesi fa, poi evidentemente ho deciso di farla uscire nella settimana della Festa delle Donne non a caso…
Nel brano canti di una libertà femminile senza compromessi. Pensi che oggi, nonostante i progressi, ci siano ancora resistenze culturali e sociali che ostacolano l’emancipazione delle donne?
Hai presente il film della Cortellesi “C’è ancora domani”? Sono trascorsi 70/80 anni circa da quel dopoguerra, quindi relativamente poco, ma il mondo è radicalmente cambiato e la rivoluzione femminile è qualcosa che davvero è giunta a noi dal secolo scorso e non penso si possa tornare indietro.
Eppure viviamo in una società caleidoscopica, in cui convivono tante cose in contraddizione tra loro: il patriarcato ma senza patriarca, la cultura machista, le veline del web che esercitano una libertà “compiacente” verso i maschi (vedi cse come i Calippo Tour) e poi le donne che frequentiamo ogni giorno, che vivono la vita con il lavoro, un compagno o una compagna, la fatica, hobby e passioni, casomai dei figli e che rappresentano una “straordinaria normalità” o comunque la parte più sana di quel che ci gira intorno. Ovviamente la canzone è dedicata proprio a loro!
La cultura woke ha acceso un forte dibattito su temi di giustizia sociale, diritti delle donne e inclusività. Qual è la tua posizione rispetto a questo movimento e come credi che la musica possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica?
E’ nel mio DNA: io sono dalla parte di chiunque lotti contro le discriminazioni, che siano razziali, sessiste, economiche o di qualsiasi altra natura e questo si riflette nelle mie canzoni. Però non mi voglio nascondere dietro ad un’affermazione così generica: tante, troppe volte queste giuste rivendicazioni si trasformano in qualcos’altro, in un’ossessione intollerante, complici poi i social che polarizzano tutto e tutti. Non posso fare a meno anche di notare come un certo “politically correct” diventi insopportabile e talvolta nasconda anche un perbenismo, un neo-puritanesimo ed una sessuofobia degne del 1800! E queste sono cose che non fanno bene a cause importanti che meriterebbero ben altri metodi e parole.

Nel videoclip di “Comunque Libera” le donne sono protagoniste in una visione corale. Quanto è stato importante per te dare loro voce e spazio non solo nella canzone, ma anche nelle immagini che la accompagnano?
E’ stato molto importante, direi il compimento del progetto. Le protagoniste del video sono loro e la dichiarazione di libertà “senza se e senza ma”. Un valore condiviso, credo si possa dire una maggioranza silenziosa ma cosciente e determinata. Però penso che in fondo in tanti tornerebbero volentieri indietro di un secolo, se solo si potesse. Altro che indipendenza, autodeterminazione e libertà: ci sono aree culturali italianissime molto retrograde che le metterebbero volentieri in cucina con 4 o 5 figli da accudire.
Hai anticipato che questo singolo farà parte di un album in arrivo nei prossimi mesi. Possiamo aspettarci altre canzoni con una forte impronta sociale e di impegno civile?
Il prossimo album sarà dedicato proprio alle donne, ma sarà comunque piuttosto variegato, anche perchè gli album monotono o monotematici in genere mi annoiano. Per cui ci saranno pezzi con una forte impronta sociale accanto a canzoni d’Amore e ad altre veramente leggere, con un sound per me inedito.
Lasciamo l’ultimo spazio dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!
Lasciami ringraziare chi ha lavorato con me su questo progetto: DoppiaPaura che è un rapper di Torino davvero bravo, persin inconsueto e che vi invito ad andare ad ascoltare. L’inciso rap all’interno del pezzo è suo. Poi Simone Ferrero, un grande musicista oltre che amico, che ha arrangiato il brano prodotto presso il Ciabot Studio di Carignano. Luigi Bicco che ha disegnato la cover; Tommaso Sgrizzi che ha realizzato benissimo l’idea del video e che anzi, ha contribuito non poco a farla maturare. E poi chi ha partecipato alle riprese: Chiara, Francesca Eleonora, Michela, Patrizia e Rosanna. E dovrei essermi ricordato di tutt*!

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