Intervista a Mikimas: ci racconta il suo nuovo singolo “Il tempo ti sorride”

Benvenuto Mikimas su Fuori La Scatola. “Il tempo ti sorride” segna il tuo ritorno dopo due anni. Cosa ti ha spinto a tornare in studio in questo momento specifico?

Ciao, mi siete mancati. In realtà doveva succedere molto prima, perché volevo tornare già nell’estate 2023 con una canzone più rock e movimentata di quella che è appena uscita, ma sono successe delle vicissitudini che proprio in quell’estate mi hanno spinto a cambiare direzione, perché nella vita ci sono cose che vuoi e che devi fare. Io volevo e dovevo fare qualcosa per la ragazza a cui ho dedicato il brano, sentivo che le servisse un abbraccio. Siamo usciti solo adesso perché per fare una canzone così delicata ci vuole un gran lavoro dietro, dalla scrittura agli arrangiamenti, ma anche perché ci sono stati alcuni imprevisti che ci hanno un po’ rallentato, aggiungendo ripensamenti vari su dei punti del testo o compositivi. Dopo che è uscita Nel mio giro ho voluto prendermi qualche mese di pausa, perché comunque il ciclo è partito da Il mio sabato sera (settembre 2021) con tutte le altre canzoni che sono venute dopo e nel mentre. È stato un percorso lungo ed intenso, e sentivo che era giunto alla sua conclusione; nelle intenzioni iniziali non avrei voluto far aspettare così tanto, ma meglio tardi che mai.

La tua nuova canzone è una power ballad con un forte messaggio di speranza. Qual è il messaggio principale che desideri trasmettere agli ascoltatori?

La canzone è un invito a sperare ancora nel futuro nonostante ci siano momenti bui che condizionano la nostra vita, perché solo così potremo uscirne vincitori. Sono consapevole di non poter risolvere i problemi, ma penso in qualche modo di poter aiutare la gente a sentirsi meno sola. Ci sono persone che soffrono tanto e non riescono a vivere la propria vita con serenità e spensieratezza, ma la speranza non deve mai mancare, perché se smette di esistere, allora anche il futuro smette di esistere. Si rischierebbe di perdere il contatto con il mondo reale e con tutte le cose positive che ci sono. Si arriverebbe ad una morte psicologica, mentale, umana, restando chiusi dentro ad una gabbia da cui non si uscirebbe più.

Hai dedicato il brano a una persona cara. Come ha influenzato la scrittura e la composizione della canzone?

Più che come, io direi quanto ha influito, e io direi tantissimo. Tengo tanto a lei e ho provato molta tenerezza e pena per le sue sofferenze, tant’è che il testo che ho messo giù è stato scritto col cuore, con poca razionalità. Dato che si tratta di una power ballad, ho ritenuto opportuno che fosse meglio utilizzare un bpm basso. Per una tematica del genere, dove si parla di cose tristi e poi positive, la dinamica ha questa struttura in crescendo. Deve essere una rinascita per chi si sente come la ragazza con cui parlo all’interno della canzone.

Come pensi che il tuo stile musicale si sia evoluto rispetto ai tuoi lavori precedenti?

Partiamo dal presupposto che io sono un rocker, quindi il genere di base resterà sempre quello. Essendo cresciuto con l’idolo di una vita (Ligabue), le mie radici musicali si aggrappano ad una scrittura diretta, sincera, dal suono reale, potente e adrenalinico delle chitarre, tra canzoni energiche dal bpm alto (come nel caso di Let’s start!Il mio sabato seraNiente da dire?Nel mio giro) a ballad lente e toccanti, come Il tempo ti sorride e Sei rimasta qui. Dipende sempre da cosa voglio esprimere e come lo voglio trasmettere, ma in assoluto resterò sempre nel campo del pop/rock italiano, con delle sfumature pop/punk.

Lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!

Allora mi faccio questa domanda: dopo due anni senza nuove uscite, come sei maturato artisticamente? Sei più Mikimas o Michele?

Beh, precisiamo che il mio nome d’arte è una fusione tra il mio nome e il mio cognome, quindi questo fa sì che non ci sia una scissione tra il Michele come persona e il Michele come cantante. Quindi mi sento un tutt’uno, in entrambe le cose, e quindi col passare del tempo ho trovato più spunti di riflessione che posso adattare nel testo di una canzone e che ciò che sono nella vita si rispecchi su una melodia e su un palco. Fare il personaggio che si distacca da quella che è la mia realtà e la mia persona non sarebbe coerente con i miei principi di musica oltre che di vita.

E’ stato bello tornare da voi, grazie. Alla prossima!

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