Intervista a Maelstrom

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo, il primo per Revubs Dischi, abbiamo fatto qualche domanda al cantautore piemontese di origini calabresi Maelstrom su “Coralli”, sul cantautorato e sulla sua visione delle cose. Buona lettura!

Benvenuto Alessandro, e bentrovato sulle nostre colonne. Allora, partiamo da te: raccontaci chi sei utilizzando solo tre aggettivi che ti definiscono. E aggiungine uno, che invece proprio non ti appartiene. 

Ciao e grazie dell’invito! Dunque ammetto di fare sempre fatica ad essere così sintetico, ma proviamoci. Romantico, nostalgico e ipocondriaco, quindi ti direi che si ti spaventa la morte non chiamare me. 

Qual’è il motivo per il quale scrivi, a giudicare da Coralli”, c’è qualcosa di estremamente terapeutico nel tuo approccio alla scrittura. Quando capisci che è arrivato il momento di metterti a scrivere un brano? 

È una bellissima domanda ed è esattamente come immagini. In generale credo che le parole, per dirla come Albus Silente, “siano la più grande fonte di magia, in grado tanto di infliggere dolore, quanto di alleviarlo.” Sono cresciuto, ho pianto e sorriso con le parole dei maggiori cantautori italiani e inevitabilmente sono diventate il mezzo attraverso il quale somatizzo le sensazioni che provo giorno per giorno. 

È difficile spiegare come faccio a rendermi conto che sia arrivato il momento di buttare giù delle parole, ma è qualcosa di incredibilmente istintivo. 

Qual’è, secondo te, il più grosso ostacolo oggi per un artista emergente. 

Potremmo discutere di diversi aspetti ma se dovessi andare d’istinto, direi che l’ostacolo più grosso per un artista oggi in generale, è la fretta con la quale siamo abituati a desiderare e a leggere le cose. Spesso i prodotti che compriamo, o nel caso della musica, le canzoni che ascoltiamo, hanno una scadenza intrinseca che le rende “ vecchie” prima ancora che possano essere comprese. Per un’ artista penso dunque sia importante imparare a relazionarsi con questa dinamica, che è ,evidentemente da un pò di anni a questa parte, la realtà dei fatti. 

Parliamo di Coralli”, il tuo primo singolo per Revubs Dischi. Allora, nel brano citi diversi cantautori: ti va di dirci quali siano i principali riferimenti della tua crescita musicale? 

Ho sempre ascoltato i generi musicali più disparati, ma se proprio dovessi stilare una lista dei principali riferimenti che hanno accompagnato per ora i momenti più forti della mia vita direi Lucio Dalla, Rino Gaetano, Fabrizio De Andrè, Alessandro Mannarino, Willie Peyote, Brunori Sas e Caparezza. 

Il brano invece racconta delle maree emotive”, e del continuo rigenerarsi e mutare delle cose. Ma perché proprio i coralli? 

I coralli sono raccontati, nelle leggende di mare, come capaci di curare il mal di cuore e ingraziare la sorte e nel mio immaginario fungono un pò da ancora di salvezza, nel caso in cui questi mutamenti e queste tempeste dovessero palesarsi all’orizzonte. 

Qual’è la più grande paura di Maelstrom? 

La più grande paura di Maelstrom è paradossalmente anche la sua più grande passione, ossia l’ignoto, il cielo nero che sta sopra le nostre teste tutte le sere. 

Salutiamoci con un proverbio delle tue parti, che possa dirci un podi più sul tuo modo di intendere il mondo. 

Più che un proverbio vero e proprio sono parole che ho sempre sentito cantare a mio nonno. “Sono le undici di notte e l’aria è scura.”