Diamo il benvenuto a Luz Vega, protagonista di questa nuova intervista Fuori La scatola! Ciao Luz. Il tuo nuovo singolo”Capo Nord” affronta temi profondi legati alla malinconia e alla sensazione di vuoto. Qual è stata l’ispirazione dietro questo brano?
È un brano uscito fuori un po’ per caso. Avevo voglia di una ritmica più “estiva” ed incalzante ed ho chiesto a Ricky Eagle di cominciare a pensare a qualcosa del genere. C’è stata un’ immagine, un flash del passato, che mi ha ispirato molto. Mi ero mollato da poco ed ero ancora in quella fase in cui le farfalle nello stomaco si rigenerano continuamente. Così seduto ad un falò sentivo esattamente quella sensazione li, tra la spensieratezza del momento e la nostalgia di quella mancanza. Chiaramente poi ho traslato tutto al presente dal punto di vista testuale ma ho voluto mantenere questo gioco tra malinconia e vibes estive.
Il titolo del brano fa riferimento a un momento di forte paura e ansia, come l’attacco di panico. Puoi condividere con noi il significato simbolico di “Capo Nord” all’interno del contesto della tua musica e delle tue esperienze personali?
Ho sempre pensato che il senso di vuoto fosse una cosa agorafobica mentre magari spesso il nostro cervello lo percepisce come claustrofobica, quegli schemi emotivi da cui non si esce. E ho immaginato la vastità ma senza punti di riferimento, da qui “sembra Capo Nord di notte senza aurora”.
Riproponiamo un gioco che ricorre ogni tanto qui su Fuori La Scatola…Ed in questo caso siamo curiosi della risposta perché visto l’argomento trattato può essere difficile: racconta il tuo brano come se lo dicessi spiegare ad un gruppo di bambini delle elementari…
Beh onestamente, non perché non voglia giocare figuriamoci, però non saprei da dove iniziare a parlare di amore, sesso, riflessioni alcoliche ed eventuali vuoti o attacchi di panico con dei bambini delle elementari ahahah
Lasciamoli giocare a pallone ancora un po’.
Nel tuo percorso artistico, hai lavorato con diversi artisti e grandi nomi di generi musicali diversi. In che modo queste influenze hanno plasmato il tuo stile musicale? Se lo hanno influenzato…
Si, più che altro è stata una disciplina. Spesso si arriva in studio o in un live con una determinata convinzione. Poi chiaramente solo il tempo e l’esperienza possono farti approcciare ad essi con più equilibrio. Nel mio caso aver conosciuto determinati artisti è stato d’aiuto per poter velocizzare questo processo. Dopodiché certamente se passi del tempo a contatto con queste splendide persone ci sono connessioni, ascolti ed energie che ti portano anche a dare delle sfumature diverse ai brani.
Come nostro solito lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!
Non so bene che dire anche perché sono in un periodo polemico, non vorrei uccidere il mood ahahah
Lancio solo in messaggio che sembra scontato ma purtroppo non lo è : andate ai concerti, quelli piccoli, al pub sotto casa. Appassionatevi, cercate di supportare sempre la scena musicale più vicina a voi.
E ovviamente ascoltate Capo Nord!
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