Intervista a Loris Dalì: l’ ArtUomo senza “l’età, la voglia o il fisico per diventare una Rockstar”. Ma musicalmente avrebbe tutte le carte in regola!

Oggi intervistiamo con piacere ma anche curiosità un artista Abruzzese, anzi, un “Art Uomo” come si definisce: Loris Dalì.

Loris ha all’attivo 3 album (Scimpanzè, Gekrisi e Canzoni della Fregna) e diversi singoli tra i quali “Volevo scrivere una canzone alla Fedez che è meritatamente all’interno della nostra playlist. Nel 2021 uscirà il suo ultimo lavoro, l’Ep “ Svintage”.

Per spiegare Loris ci vorrebbero non so quante interviste, quindi vi invitiamo davvero  a seguirlo su tutti i suoi canali perché ne vale davvero la pena!

Eccoci all'intervista...

Ciao Loris. Come anticipato ci fa molto piacere averti qui sul nostro blog. Partiamo con due domande molto generiche che ti avranno fatto chissà quante volte: a che età hai iniziato a suonare e cantare e qual è il significato del termine “Art Uomo”?

Ciao. La mia prima band è nata tra i banchi di scuola, quindi intorno al Tardo Medioevo. L’Artuomo è un artista con sogno, visione ed obiettivi ben chiari e con la convinzione che riuscirà a raggiungerli. Per questo si dedica con perseveranza maniacale all’arte, ma allo stesso tempo non dimentica di essere un uomo in quanto marito e padre ed in quest’ottica fa le sue scelte.

Prendiamo spunto dalla tua biografia Instagram e ti chiedo: se avessi 20 anni di meno, la voglia di diventare una Rockstar ti tornerebbe? O nella musica di oggi proprio non ti ci vedi?

Il mio motto è “Diventare una rockstar? Non ho il fisico, l’età e nemmeno voglia”, perchè non ho più vent’anni come i Maneskin e, purtroppo, non sono Iggy Pop.

Se fai musica ed hai vent’anni è comprensibile che il tuo sogno sia riempire gli stadi, pensare solo all’arte mentre un manager si occupa di tutto il resto, avere le groupies in camerino, essere una rockstar. Se oggi avessi 20 anni di meno forse avrei lo stesso sogno.

Ma è molto più fattibile cercare il proprio spazio con personalità e sincerità. Per esempio ambire ad avere una fan base affezionata e fare un tour nei piccoli  music club, quelli da 100 persone di capienza e riempirli. Ovviamente non è facile nemmeno questo perchè ci vuole una passione ed una perseveranza disumana e non è nenanche detto che ci si riesca, ma è un obiettivo possibile. Per rispondere alla tua domanda se avessi 20 anni di meno probabilmente avrei voglia di diventare una rockstar, ma altrettanto probabilmente rimarrei deluso dalle mie aspettative.

Le tue canzoni sono belle: spazi tra, critiche sociali, romanticismo, un ironia sempre presente… ma anche tra diversi generi musicali. Spesso passi da uno stile all’altro nello stesso brano. Il tuo genere è non avere un genere?

Mi chiedono spesso questa cosa del genere e mi piacerebbe avere una risposta, ma non ce l’ho. Mi sento un cantautore, perchè è da cantautore che scrivo le canzoni. Quando poi mi approccio all’arrangiamento lo faccio senza vincoli e vesto la canzone con lo stile che più gli si confà.  Ecco perchè se ascolti i miei dischi finora c’è di tutto: punk, bossanova, pop, rock, blues, cantautorato, indie, reggae, liscio, perfino stand up comedy. Quindi forse dire che il mio genere è un non genere è corretto.

O forse il mio è un transgenere, nel senso che li attraversa tutti.

Come stai passando, musicalmente parlando, questo periodo Covid: ne hai approfittato per continuare a scrivere e produrre? Hai qualche idea di Live per quando si tornerà alla normalità?

Credo che quando tornerà la normalità avremo tutti una gran voglia di appiccicarci in uno stadio per un grande evento o di uscire per andare in quel localino al concerto dell’amico del cugino di un amico. Devi sapere che le mie esibizioni sono teatrali, oltre che musicali ed ho avuto tanto di quel tempo ultimamente che mi sono venute mille idee da portare live. Ma in questo periodo Covid mi sono dedicato completamente a scrivere, arrangiare, produrre e progettare lavorando a distanza con amici e professionisti.  Questo lavorare a distanza non l’avevo mai considerato. Forse è proprio la possibilità di potersi spostare che ci fa stare fermi.

Ripensando a quella normalità e ai live passati, c’è un momento, un concerto, una apertura tra quelle che hai fatto, che  ricordi in modo particolare?

Di concerti ne ho fatti tanti. Se parliamo di aperture quella ai Tre Allegri ragazzi Morti è stata molto piacevole. La data era sold out ed aprivo ai Tre Allegri solo io con la band. Abbiamo iniziato a suonare mentre il pubblico era diviso tra bar, cortile esterno e pareti del palazzetto. A metà scaletta avevamo tutti sotto al palco.

Parliamo di questo singolo che abbiamo in playlist: “Volevo scrivere una canzone alla Fedez”. In questo singolo passi dal reggae al pop, citi i “Ferragnez” e Rino Gaetano. Ci vuoi raccontare questo pezzo e dirci come è nato?

Mia moglie era via per alcuni giorni e sarebbe  tornata a casa il giorno del suo compleanno. Guardando le vetrine, mi aveva accennato ad una collana che le piaceva. Visto che soldi in quel momento ne avevamo pochi, le ho scritto e regalato una canzone. Si intitolava “Canzone per una milf”, un pezzo chitarra e voce rimasto nel cassetto che mi è tornato in mano dopo tre anni. Ho perfezionato la struttura e modificato il testo, anche se la collana non comprata è rimasta ed anche la milf.  Poi ho pensato che poteva essere interessante provarla in chiave reggae e l’ho registrata con la band “The Easy Skank”  di Torino, quindi anche in questo caso si è lavorato a distanza.

Critica (che condividiamo) anche per gli algoritmi. Tra i vari quello di spotify: cosa ne pensi del sistema musicale di oggi? Credi che sia meritocratico?

Le cose cambiano e sempre più in fretta. Anche il sistema musicale è cambiato e Spotify è  certamente un ago della bilancia. Però credo che oggi ci siano anche diverse opportunità. Per esempio nel sistema precedente dovevi disporre di un capitale per girare un videoclip. E mica passavi su MTV? Al massimo potevi farlo vedere ai tuoi amici in Vhs nel salotto di casa. Oggi posso scrivere una canzone bellissima, registrarla chitarra e voce ed ottenere un prodotto di qualità senza spendere una fortuna. Ho un idea geniale per il video e lo realizzo con un amico altrettanto geniale video maker. Lo carico su YouTube, distribuzione digitale e Spotify, mi sbatto e mi promuovo sui social, faccio un milione di visualizzazioni tra cui quella della persona giusta che mi passa su Radio DeeJay. E magari divento la  Billie Eilish de noaltri.  Il fatto è che le opportunità di produrre e divulgare si sono moltiplicate, ma si sono moltiplicate anche le persone che producono e divulgano. Quindi la differenza la fa la perseveranza di dedicarsi giorno e notte al proprio sogno. Questo non è mai cambiato e vale, forse, per tutte le passioni.

Ultimo spazio come sempre libero! Lancia un messaggio ai nostri lettori o rispondi alla domanda che avresti voluto e non ti è stata fatta!

Inizio 2021 uscirà un nuovo singolo: “Branko non sbaglia mai” e poi un Ep in cui credo moltissimo.

Nel frattempo si concretizzeranno un paio di importanti novità di cui ancora non posso dire nulla.

Quindi voglio rilanciare ll messaggio con cui hai introdotto l’ intervista.

Seguitemi, seguitemi, seguitemi davvero su tutti i miei canali. Io ve l’ho detto o. come si dice da queste parti: “Stà parlato”.

la copertina

E VE LO RIBADIAMO! SEGUITE, SEGUITE, SEGUITE LORIS DALì. VI LASCIAMO AI SUOI CONTATTI ED IL VIDEO DI “VOLEVO SCRIVERE UNA CANZONE ALLA FEDEZ”

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