Intervista a Lasto: “la musica è una risorsa e un rifugio”. A settembre uscirà il suo primo singolo.

Lasto (nome d’arte di Giovanni L’Astorina) è un musicista polistrumentista modenese di 27 anni. Precedentemente ha fatto parte di diverse formazioni musicali. Attualmente è a lavoro nella registrazione dei suoi primi singoli, il primo dei quali uscirà a settembre 2021.

Benvenuto Lasto, protagonista della nostra intervista quest’oggi sul nostro blog! Sei un polistrumentista, suoni davvero moltissimi strumenti e ti facciamo davvero i complimenti per questo. Tutto però inizio con la chitarra e il canto. Come prima cosa vorremmo chiederti quindi: Che ricordi hai di quei primi passi nel mondo della musica?

Per rispondere a questa domanda bisogna fare una premessa, ovvero che i miei genitori sono stati i fondatori del gruppo Scout laico di Modena, per cui io sono cresciuto a stretto contatto con questo mondo. Quando ho potuto entrare a farne parte in prima persona, uno dei momenti che più attendevo era quello in cui ci si fermava a suonare e cantare insieme canzoni del panorama italiano. Dunque, vuoi per le circostanze, vuoi per mia indole personale, non si è fatto attendere il momento in cui io per primo ho preso per la prima volta una chitarra in mano, iniziando a strimpellare i miei primi accordi. La musica è arrivata a me come uno strumento di socialità, mi ha aiutato a costruire legami, a insegnare e imparare. Aspettavo ogni momento libero dalle attività per tirare fuori la chitarra e mettermi a cantare.

Nel corso degli anni hai fatto parte di diverse formazioni musicali con molte esperienze dal vivo. Immagini per te un futuro dal vivo o in un gruppo? Prova ad immaginarti tra 10 anni…

Ad essere onesto, tra dieci anni mi vedo ad esibirmi sì dal vivo, ma come solista. I momenti di musica dal vivo, anche per la mia storia di formazione di cui ti ho parlato prima, per me sono imprescindibili. Ho bisogno di quello scambio con gli altri che fatico a trovare tramite uno schermo o un disco, ma le esperienze in gruppo spesso si sono rivelate fallimentari. Questo perchè in una band si deve riuscire a creare un’atmosfera di confidenza e rispetto reciproci, e non è scontato che accada. Ci tengo a specificare che la mia non è un’accusa, devo riconoscere che diversi ritmi ed esigenze nella vita di ciascun membro possano interferire nella buona riuscita di un progetto, per questa ragione semplicemente per ora preferisco andare avanti da solo.

Se dovessi catalogarti in un genere musicale specifico, quale sarebbe?

Penso che mi includerei nell’indie italiano. Sono stati necessari molti anni per arrivare a sentirmi parte di questa categoria, poiché prima ho suonato folk, metal, e per ultimo, dal 2019, elettronica. Proprio mentre mi cimentavo in quest’ultimo genere mi sono accorto che sì, mi divertiva, ma non mi consentiva di esprimermi completamente. Ciò non toglie che in futuro io non possa evolvermi ancora, proprio perchè continuo sempre a cercare nuovi spunti e sperimentarmi.

Attualmente collabori con lo studio di registrazione Take Away Studios di Modena dove stai incidendo quelli che saranno i tuoi primi singoli, il primo dei quali uscirà a settembre 2021. Ci puoi anticipare qualcosa?

Con lo studio sto facendo un lavoro di squadra: a partire da miei pezzi originali abbiamo elaborato insieme questi nuovi brani, che manterranno una base elettronica, dal momento che tale è anche la mia formazione come compositore.

Ci piacerebbe chiederti cosa pensi della musica attuale, tu che hai la capacità di suonare tutti questi strumenti ed hai anni di studio alle spalle, in una realtà dove  purtroppo si suona molto meno rispetto ad un tempo e si usano molto di più i computer…

Io credo che il progresso tecnologico che stiamo vivendo sia inarrestabile e che per forza di cose anche la musica ne sia stata travolta. Ma questo non è da intendersi necessariamente come un fatto negativo. Ogni aspetto della nostra vita cambia costantemente, e cercare di opporvisi è uno spreco inutile di energie che potrebbero essere usate per comprendere ed adeguarsi a nuovi modelli. Prendi la figura del dj, un musicista a tutti gli effetti che però spesso non viene considerato tale. In quanti hanno mai provato a suonare una consolle?

Come hai vissuto musicalmente il periodo del lockdown?

Ammetto che non è stato semplice. Oltre al fatto che ho cambiato lavoro proprio durante quest’anno di pandemia, ho dovuto imparare a destreggiarmi tra i social, che prima non consideravo molto. Però, come ti dicevo a proposito dei cambiamenti, non mi sono dato per vinto, anzi, ho continuato a scrivere nuovi brani e recentemente ho aperto un nuovo profilo Instagram da artista in cui cerco di presentarmi a chi decide di seguirmi.

Come nostro solito lasciamo l’ultimo spazio al nostro ospite. Puoi lanciare ora il tuo messaggio o rispondere alla domanda che non ti è stata fatta ma che avresti voluto!

La musica è una risorsa e un rifugio. È la salvezza quando tutto va male, è l’atmosfera del primo appuntamento, quella che decreta la riuscita o meno di una festa, è la suspance di un film, la colonna sonora della propria vita che ognuno si suona nella testa. È passione ed è lavoro, è amatore ed è professionista. Io sogno che presto arriveremo a riconoscerle lo spazio che merita, tanto su un piano ideale quanto, più praticamente, per chi deve arrivare a fine mese, e farò di tutto perché questo accada. 

Invito dunque chi ha avuto la pazienza di leggere questa intervista a sostenermi seguendomi sui miei canali social per fare due chiacchiere e ascoltare bella musica.

Grazie ai ragazzi di FuoriLaScatola Music per la possibilità che mi hanno dato di rilasciare questa intervista.

A presto!

Lasto

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